Milano 22 Luglio – Una riunione carbonara tra mamme, prima della fine delle lezioni, per decidere come agire. “Ci siamo guardate negli occhi e abbiamo deciso di non cedere – racconta Anna Santoiemma, la più determinata – Eravamo una dozzina di mamme. Vale a dire la maggioranza, visto che in tutto siamo venti. Siamo d’accordo: da parte delle maestre, assegnare i compiti delle vacanze è davvero troppo. I nostri figli si danno da fare tutto l’anno, hanno lavorato anche a casa ogni giorno, ora hanno diritto di giocare e riposare. Per questo abbiamo deciso di consentire loro di non fare i compiti. Vogliamo dare un segnale”.
La classe è la terza A (da settembre, quarta A) della scuola primaria Giovanni Battista Pirelli, in via Goffredo da Bussero. “Il tempo libero è prezioso, per chi ancora deve imparare tutto della vita – dice Santoiemma – A otto o nove anni, i bambini hanno diritto di fare le loro vacanze senza costrizioni e pensieri. A settembre ci riuniremo per capire quanti di noi genitori hanno davvero tenuto duro”.
Per l’estate l’anno scorso nella classe furono assegnati due libri. Quest’anno, uno soltanto. Un testo agile ed economico, visto che costa appena 6 euro. “Il problema non è il costo, ma capire cosa significhi essere bambini – dice Santoiemma – Io quando andavo alle elementari di compiti a casa non ne facevo mai, in nessun caso. Al pomeriggio, nei fine settimana e in estate non avevo obblighi. Era mia madre a dire a me e ai miei tre fratelli di non fare nulla. Oggi siamo tutti laureati”.
La scuola primaria di via Goffredo da Bussero ha 16 classi e 350 bambini iscritti. Si trova a due passi dal quartiere Bicocca e dalla stazione Ponale della linea M5 della metropolitana. Fa parte dell’istituto comprensivo Sandro Pertini, la cui sede principale è nella vicina via Thomas Mann. Per quanto riguarda via Goffredo da Bussero, la referente è la maestra Antonella Pilotto. “Nella nostra scuola, come in tutte le primarie d’Italia, i compiti delle vacanze sono necessariamente facoltativi – spiega – Le maestre non possono infatti costringere le famiglie all’acquisto di libri in più rispetto a quelli di testo utilizzati durante l’anno, pagati dallo Stato per tutti i bambini”. Quanto ai compiti a casa assegnati durante l’anno, “ogni classe si comporta come crede, ma l’indicazione generale è di non sovraccaricare i bambini di lavoro – spiega Pilotto – E non ci risulta affatto che la sezione A sia più severa o più esigente di altre”.
Le mamme la pensano diversamente. E, guardando al prossimo anno scolastico, rilanciano: “Il sogno sarebbe, a partire da settembre, che vengano aboliti i compiti a casa. Spetta alle maestre trovare il modo di completare il programma nelle normali ore di lezione, senza costringere le famiglie a un lavoro extra. Non si può sovraccaricare di lavoro bambini che stanno a scuola ogni giorno fino alle 16.30”. Insegnanti e genitori ne parleranno alla prima assemblea di classe.
Franco Vanni (Repubblica)
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