Milano 27 Luglio – Alla fine lo hanno fatto, ma dai modi e dai tempi, decisamente malvolentieri. Il piano trasparenza Rai, la messa in rete di tutta una serie di dati e cifre sull’azienda, è stata attuata ieri sera quando mancava ben poco alla scadenza del termine, qualche maligno ha commentato che è stato fatto per dribblare le aperture dei tiggì delle venti. Come se la Rai volesse nascondere i suoi segreti. E il motivo ci sarebbe visto che il solo gossip sui faraonici stipendi dei dirigenti Rai aveva sollevato l’indignazione popolare e le proteste di mezzo Parlamento.
Il direttore generale Campo Dall’Orto e la sua alter ego, la presidente Monica Maggioni, l’altro giorno, avevano annunciato, per lunedì 25 luglio, una svolta epocale: la Rai si sarebbe tolta il velo: «Siamo gli unici». Ma lo fanno anche la Bbc e altri. La Rai lo fa per legge sì, ma non malvolentieri. E invece ieri sera lo «strip-tease» è arrivato fuori dalla prima serata, con due giovani giornalisti, di quelli che hanno vinto il famoso concorso, a fronteggiare l’esercito di colleghi che protestavano per le ore piccole. Così è finalmente on line su www. rai.it/trasparenza l’atteso «Piano per la Trasparenza e la Comunicazione» della Rai, che rivela i curricula e le retribuzioni dei dirigenti che superano i 200mila euro lordi annui (che secondo la legge 220 del 2015 devono, quindi, essere pubblicati sul sito dell’Azienda di Servizio Pubblico). Si tratta, nel complesso, di 94 dirigenti e c’è di tutto: quelli che lavorano, si prendono delle responsabilità (lautamente retribuite) ma anche quelli ormai scomparsi dal piccolo schermo e dagli uffici che, per carità, saranno anche indignati, ma comunque a stipendio pieno, mentre il Paese, per andare avanti, taglia le pensioni.
Così finalmente sappiamo, grazie alla legge di riforma del servizio pubblico, che il dg Rai Antonio Campo Dall’Orto riceve un compenso lordo pari a 650mila euro. La presidente Monica Maggioni pari a 270.000 euro. Marcello Masi, direttore Tg2, pari a 280.000 euro. Bianca Berlinguer, alla guida del Tg3, 280.000 euro. Antonio Di Bella, direttore Rai News, 308.500 euro, mentre il suo vice Alessandro Casarin percepisce 240mila euro. Antonio Preziosi, caporedattore corrispondente per i servizi giornalistici radiofonici e televisivi del Belgio, ha uno stipendio lordo annuo di 245.448 euro. Antonio Rizzo Nervo, presidente del Centro italiano di Studi Superiori per la formazione e l’aggiornamento in giornalismo radiotelevisivo, invece, di 200mila euro. Stefano Ziantoni, corrispondente per i servizi giornalistici radiofonici e televisivi dalla Francia, 201.427 euro. Pietro Marrazzo, corrispondente e responsabile ufficio per i servizi giornalistici radiofonici e televisivi dal Medio Oriente, 244.062 euro. Giovanna Botteri, corrispondente-responsabile dell’ufficio di New York per i servizi giornalistici radiofonici e televisivi dagli Stati Uniti, nel 2015 percepiva un compenso economico lordo pari a 200.037,86 euro, ma ora è sceso al di sotto dei 200.000 euro. Il presidente di Rai Pubblicità, Antonio Marano, percepisce invece 392.000 euro annui. Per il direttore del canone, Marco Zuppi, 242.000 euro lordi all’anno.
Il Piano mette in luce anche i nodi da sciogliere. Non mancano, infatti, dirigenti che non appaiono utilizzati appieno dopo il cambiamento del loro ruolo e che percepiscono compensi lordi annui pari o superiori ai 200mila euro: Andrea Vianello, ex direttore di Rai3 e attualmente editorialista per le tematiche politiche ed internazionali (Tg2) ha un compenso di 320mila euro lordi annui; Mauro Mazza, ex direttore Tg2 e Rai Sport e attualmente responsabile di progetto in Rai Vaticano, percepisce 340mila euro lordi annui; Francesco Pionati, ex volto del Tg della rete ammiraglia ed ora giornalista inquadrato nel Tg1, ma attualmente distaccato presso Rai Com, alle dirette dipendenze dell’amministratore delegato, percepisce 203.673 euro. E ancora, Carmen Lasorella, ex volto del Tg2, con ultimo incarico da vicedirettore della Direzione Web, 204.611 euro. Lorenza Lei (ex Dg Rai ed ex Presidente Rai Pubblicità, ora alle dirette dipendenze del Direttore Generale) 243.678 euro. Valerio Fiorespino, ex direttore Risorse umane, ora direttore alle dirette dipendenze del Dg per il supporto ai progetti speciali, 303.678 euro.
Non è meno interessante il capitolo dei contratti di collaborazione e consulenza. È un vero universo questo «piano trasparenza» che ha tanto fatto parlare e ancora lo farà. Così i cittadini, finalmente, potranno indignarsi per questi stipendi smisurati conoscendoli per certo. E non solo in base al gossip. C’è gente che guadagna più di manager internazionali, di capi di Stato e perfino più del presidente degli Stati Uniti. Una manciata di minuti dopo la «messa in onda» di queste retribuzioni da favola sono cominciati a piovere i commenti: il primo del presidente della Regiona Campania, Vincenzo De Luca: l’Italia è un paese in cui si convive in una sorta di «circo equestre», ha detto. «Mi ha fatto tanto piacere vedere gli stipendi della Rai, che tenerezza, che tenerezza! Pensare a qualche eminente vestale della morale pubblica su Rai 3 che ci raccontava come si faceva la morale, ho sempre detto ai miei colleghi: “Quando andate in questi programmi televisivi, prima di parlare fate la domanda. Bene, noi siamo un paese dove la democrazia deve essere rivoltata». E se dei politici dice «siamo in croce», e il Paese «va come va», «occorre dare atto che anche i giornalisti danno un ottimo contributo».
Antonio Angeli; Luca Rocca (Il Tempo)
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