Milano 10 Agosto – Obiettivo Monza
Finora è l’unica tratta su cui si sta realmente lavorando. Raggiungere Monza è la priorità. Addirittura con due linee. Le nuove fermate della M1 (Sesto Restellone e Monza Bettola), dopo mesi di stop ai lavori, puntano ad aprire entro fine 2018. Il ritardo accumulato è notevole: partiti nel 2011 i cantieri avrebbero dovuto chiudere per Expo, ma il fallimento dell’azienda ha fatto slittare tutto. Ora il Cipe deve sbloccare a settembre 18 dei 23 milioni per gli extracosti legati soprattutto al contenimento della falda in modo da poter subito ripartire. Il grande progetto, però, si chiama M5. Siamo ancora allo studio di fattibilità, pronto dopo l’estate. Due le tratte, dieci fermate (sono in via di definizione ma dovrebbero attestarsi in Testi-Centro scolastico Parco Nord, Testi-Crocetta, Cinisello-viale Matteotti, Monza Bettola, e poi viale Campania, Stazione Fs, Monza centro, Villa Reale, ospedale San Gerardo e infine il Polo istituzionale di via Montevecchia), 8 chilometri di lunghezza, oltre un miliardo di costo. La prima parte, fino all’incrocio con la M1 a Bettola, dove sarà finalmente realizzato il deposito della M5. Quarto Cagnino e Quinto Romano. Anche per questa tratta è stato commissionato lo studio di fattibilità che sarà pronto a settembre.
Fermate a ovest
È un’altra delle priorità della giunta: collegare un grande quartiere popolare come Baggio. Un progetto finora bloccato dal livello di saturazione di quel ramo della linea rossa, risolto dall’introduzione in vista di Expo del sistema di segnalamento che, controllando via computer le distanze tra i convogli, ha «liberato» spazio sufficiente per riportare in auge l’idea. Palazzo Marino pensa di avviare quanto prima lo studio di fattibilità: tre nuove stazioni (via Parri, via Gozzoli, quartiere Olmi) per tre km di binari.
La verde
Punta alla Brianza anche la M2, che si vorrebbe portare attraverso Brugherio, fino a Vimercate. Il progetto è antico ed è già stato bocciato dalla Corte dei Conti nel 2010. In un recente tavolo regionale è stato però rispolverato, ma l’idea è quella di trasformare l’opera in un metrò leggero.
L’altra M5
In parallelo, però, si studia di spostare di 4,5 chilometri anche il capolinea a Ovest della lilla: da San Siro a Settimo Milanese. In mezzo, le fermate di via Sant’Elena (Parco di Trenno), Quarto Cagnino e Quinto Romano. Anche per questa tratta è stato commissionato lo studio di fattibilità che sarà pronto a settembre.
Fermate a ovest
È un’altra delle priorità della giunta: collegare un grande quartiere popolare come Baggio. Un progetto finora bloccato dal livello di saturazione di quel ramo della linea rossa, risolto dall’introduzione in vista di Expo del sistema di segnalamento che, controllando via computer le distanze tra i convogli, ha «liberato» spazio sufficiente per riportare in auge l’idea. Palazzo Marino pensa di avviare quanto prima lo studio di fattibilità: tre nuove stazioni (via Parri, via Gozzoli, quartiere Olmi) per tre km di binari.
La verde
Punta alla Brianza anche la M2, che si vorrebbe portare attraverso Brugherio, fino a Vimercate. Il progetto è antico ed è già stato bocciato dalla Corte dei Conti nel 2010. In un recente tavolo regionale è stato però rispolverato, ma l’idea è quella di trasformare l’opera in un metrò leggero.
Le altre idee
La linea blu deve ancora essere costruita ma già si pensa a dove prolungarla. Da una parte, Rozzano, dall’altra Corsico, dove i Comuni della zona (Buccinasco, Cesano Boscone, Trezzano sul Naviglio) insistono per avere il collegamento e stanno lavorando in queste settimane insieme con il Pirellone per trovare i 200mila euro necessari per avviare lo studio di fattibilità. Se quella fatta fin qui è una lista di progetti e di ipotesi (o suggestioni?), ci sono destinazioni discusse in passato ma che sono ormai scivolate in fondo alle priorità. È il caso della M2 a Rozzano e della M3 a Paullo che, pur rientrando nel grande piano della mobilità futura di Milano (il Pums), non sono in agenda. (Corriere)
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