Milano 10 Agosto – E fu così che per un titolo un direttore ci rimise la sedia. Il direttore del Qs è stato esonerato oggi. La vicenda è nota: il titolo di una finale persa include il termine cicciottelle per tre atlete. Scoppia il caos. È lesa femminilità. Ieri l’epilogo. Alcune cose che forse vi saranno sfuggite, ma che sono ben chiare a chi bazzica questo mondo. I titoli non li fa il direttore. Soprattutto i titoli di quarta categoria, quelli delle non notizie, dei pezzi di servizio. Che nessun giornalista serio vorrebbe fare. Io, personalmente, in filigrana intravedo due cose: o dietro c’era un forte contrasto tra proprietà e direttore, e questa è solo una scusa, oppure il direttore ha fatto da scudo al redattore prendendosi tutta la responsabilità e perdendo il posto. Personalmente voglio credere a questa seconda ipotesi. Ne farebbe un gigante in una storia di livello così basso da essere imbarazzante.
Ma il redattore ha fatto una cosa così grave da costare un posto di lavoro? Intanto usciamo da un equivoco. Non ha mentito. Lo dico con competenza da esperto. Io sono obeso. Quindi posso dirlo con sicurezza, le tre atlete sono cicciottelle. Bene, oltre a non aver mentito ci sono altri fattori. La critica principale è che non c’entri nulla con l’articolo. Ecco, qui dobbiamo lavorare un po’ più di fino. Intanto la prima domanda è: voi avete letto, nei quotidiani sportivi, tutte le cronache? O siete esseri umani normali ed avete selezionato quelle interessanti? Nel secondo caso siete il target del redattore. Voleva parlare con voi. Ed attirare la vostra attenzione, paragonabile a quella di un pangolino con la labirintite, su uno sport con scarsa popolarità, dotato della stessa attrattiva di un sasso in una cava, che avreste saltato completamente. La notizia non era, probabilmente, evitabile. Ma andava colorata. Umanizzata. Cos’avevano di speciale queste atlete? Cosa risalta, prima e soprattutto, in un posto pieno di donne muscolose, valchirie possenti, donne scolpite? Non è che, magari, risalta il fatto che queste sono pienamente fuori forma, come quasi tutti noi? Ecco, questo è stato il processo mentale.
Il rigurgito di follia che l’ha seguito oscilla tra il comico ed il tragico. Ammettiamolo, ancora una volta le femministe hanno fatto un danno incalcolabile alla causa delle donne. Perché il messaggio che è passato è che i maschi si possono tranquillamente attaccare per il peso. Si veda il caso del sovrappeso di Higuain, solo per stare sulla stretta attualità. Lui poteva essere ciccione. Tre ragazze non possono essere cicciottelle. Le donne rischiano l’anoressia. Ecco, qui arriviamo al vero, odioso sessismo. Le donne non sono più deboli degli uomini. Sanno resistere alla verità. O meglio alcune sanno farlo, altre no. Come gli uomini. E qui interviene il mostro del politicamente corretto. Nessuno può essere protetto per sempre dalla verità. Altrimenti, prima di fallire, si cresce una pussy generation, come l’ha definita Eastwood di deboli e petulanti eterni bambini. Oltre a creare un malsano ambiente pieno di elefanti nel salone di cui nessuno osa parlare. No, non è un lapsus. E’ un maledetto modo di dire. Ma anche riferirlo mi fa dubitare dell’opportunità di scriverlo. Il politicamente corretto ci ha tolto l’innocenza e restituito un mondo in cui esiste una polizia del buon dire che può escluderti dal consesso civile perchè hai detto che, beh, delle ragazze cicciottelle sono cicciottelle.
Come sempre in questi articoli la chiusa deve essere di Chesterton. Un giorno, forse, le sapremo a memoria e cicciottelle smetterà di essere causa di licenziamento e tornerà causa di serena accettazione del nostro fisico.
La grande marcia della distruzione intellettuale proseguirà. Tutto sarà negato. Tutto diventerà un credo. È una posizione ragionevole negare le pietre della strada; diventerà un dogma religioso riaffermarle. È una tesi razionale quella che ci vuole tutti immersi in un sogno; sarà una forma assennata di misticismo asserire che siamo tutti svegli. Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro. Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate. Noi ci ritroveremo a difendere non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Combatteremo per i prodigi visibili come se fossero invisibili. Guarderemo l’erba e i cieli impossibili con uno strano coraggio. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,