Milano 27 Agosto – La data è vicina: febbraio, al massimo marzo 2017. È la partenza prevista per i cantieri del nuovo ospedale dei Bambini, il padiglione che si aggiungerà al Buzzi. La struttura, che sorgerà dal lato di via San Galdino, si estenderà su sette piani (di cui due interrati) e coprirà una superficie di oltre 1o mila metri quadrati complessivi. Medici e pazienti la attendono da 8 anni. «Sono arrivate 22 buste per l’appalto fa sapere Alessandro Visconti, direttore generale dell’Asst Fatebenefratelli Sacco, di cui il Buzzi fa parte. Nei prossimi giorni ci saranno le valutazioni tecniche ed economiche. Se non ci saranno ricorsi, si parte nei primi mesi dell’anno prossimo». Costo: 40 milioni di euro, che Regione e governo hanno promesso già da tempo. Ancora più vicino l’appuntamento dell’8 settembre: l’inaugurazione del reparto di chirurgia pediatrica, ristrutturato grazie alle donazioni di associazione Obm. A gennaio, poi, i nuovi ambulatori pediatrici specialistici. A maggio, via con la realizzazione di tre appartamenti, vicini all’ospedale, per le famiglie dei bambini ricoverati.
Il sogno del «Grande Buzzi» prende corpo piano piano. Con l’aiuto dei finanziamenti pubblici e privati, sempre più necessari. Quello del nuovo padiglione è un passo fondamentale per proseguire nel progetto. «Vogliamo che Milano abbia un polo pediatrico all’altezza delle eccellenze europee — spiega Ida Salvo, primario da 20 anni in via Castelvetro —. Un centro totalmente pensato per i bambini è molto diverso da un ospedale con un reparto a loro dedicato». Sono 11 le strutture di questo tipo in Italia, e il Buzzi è uno di queste. «In regione abbiamo 66 pediatrie — continua Salvo — ma solo 4 rianimazioni per bambini, di cui una nel nostro ospedale. È un’inutile dispersione di energie». Le specialità sono poi frammentate in istituti diversi. «Questo crea disagi ai piccoli pazienti — spiega il primario — che devono essere spostati più volte per poter ricevere le cure adeguate». Tutti intoppi evitabili con la creazione di un unico centro. Per il quale, ovviamente, serve più spazio. Nella nuova struttura, infatti, saranno raddoppiati i posti letto. « I bambini non saranno più dirottati in altri ospedali — continua Salvo —. La razionalizzazione poi porta al taglio dei costi, così come vuole la riforma della sanità».
Andrea Righini, radiologo nella struttura, pensa anche ai vantaggi per la formazione dei futuri pediatri: «Studiare in un centro avanzato, dove si ha l’opportunità di vedere malattie e casi diversi — spiega — permette agli specializzandi di diventare medici migliori e imparare a gestire situazioni difficili». Un investimento per il futuro, insomma. Il Buzzi dialoga con gli altri centri pediatrici della regione: la clinica De Marchi, l’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo e gli Spedali civili di Brescia. I poli si scambiano specialisti, realizzano consulti medici a distanza. «Stiamo cercando di fare una rete di coordinamento — continua il radiologo — anche con il Sacco e il Fatebenefratelli, che creano con noi una unica Asst (azienda socio sanitaria territoriale, ndr)». E così, nel 2017 20 posti letto verranno «trasferiti» dalla pediatria del Sacco al Buzzi, che invece sposterà il suo centro senologico al Fatebenefratelli. «Non siamo in antagonismo, ma in sinergia».
Altro capitolo, quello del rapporto con il territorio. C’è il progetto «Sentirsi a casa è una medicina», con cui l’ospedale segue in famiglia 120 bambini malati cronici gravi. I piccoli così non sono costretti a trascorrere lunghi periodi in corsia, ma possono rimanere con mamma e papà. A prendersi cura di loro, quelli che le famiglie stesse chiamano «angeli»: medici, coordinati da Anna Battaglia, che seguono i bambini e stringono con loro un rapporto stretto. «Ma collaboriamo anche con i pediatri di base — spiega ancora il direttore generale Visconti —. Al Gallaratese, alla Cascina Cotica, lavoriamo con loro in uno spazio comunale». Un segno tangibile delle cure a domicilio che vogliono essere la rivoluzione della riforma della sanità. L’ospedale fa appello anche alla società civile per continuare il suo progetto, tramite le donazioni alla fondazione Bambini Buzzi (fondazionebambinibuzzi.it)
Sara Bettoni (Corriere)
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