Milano 12 Settembre – Un intervento che “ha permesso di salvare per intero un importante patrimonio documentario, evitando che Amatrice, oltre alla devastazione di un sisma, subisca anche la cancellazione della propria memoria storica, come purtroppo avvenuto in passato”. Sono direttamente la parole del Ministro dei beni culturali Dario Franceschini ad annunciare una buona notizia dal fronte del recente terremoto che ha colpito l’Italia centrale, dove ora alla drammatica conta delle vittime e dei feriti si vanno sostituendo – come argomento all’ordine del giorno – le complesse e spesso snervanti strategie per la ricostruzione. In questo quadro, dunque, arriva un’iniezione di ottimismo dall’avvenuto recupero dell’Archivio storico del Comune di Amatrice, con una complessa operazione effettuata dai tecnici delle squadre di rilevamento danni del MiBACT assistiti dai restauratori dell’Istituto Centrale per il Restauro e la Conservazione del Patrimonio Archivistico e Librario e coadiuvati dai Vigili del Fuoco, dai Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale e da uomini e mezzi del Corpo Forestale dello Stato.
774 FALDONI E 318 REGISTRI
Un intervento che ha permesso di salvare 774 faldoni e 318 registri per un totale di 7871 fascicoli, ora messi in sicurezza presso l’Archivio di Stato di Rieti dove verranno ricondizionati e, dove necessario, restaurati. Tra i documenti più importanti vi sono i preziosi registri dello stato civile napoleonico e il catasto murattiano, parte dei quali erano già in restauro presso l’Archivio stesso. Tra i tanti è stato recuperato un faldone che contiene le carte riguardanti i progetti di miglioramento del corso Umberto I che oggi offre una delle immagini più emblematiche della devastazione di Amatrice. I primi documenti risalgono al XVIII secolo, dal momento che i terremoti del 1639 e del 1703 avevano a suo tempo provocato la dispersione della documentazione precedente. Nella gallery, le immagini di momenti per una volta non tragici… (Il Messaggero)
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