Milano 14 Settembre – Il “no” al referendum sulla riforma costituzionale “sarebbe un passo indietro per gli investimenti stranieri in Italia”. Sono bastate queste parole pronunciate dall’ambasciatore Usa in Italia John Phillips a scatenare un fiume di polemiche e l’ira di Forza Italia e Lega. L’ambasciatore ha praticamente tirato la volata al premier e lo ha fatto pubblicamente durante un incontro sulle relazioni transatlantiche organizzato oggi a Roma all’istituto di studi americani: “Il referendum è una decisione italiana – ha continuato – ma il Paese “deve garantire stabilità politica. Sessantatrè governi in 63 anni non danno garanzia”, ha aggiunto Phillips. Il voto sulle riforme costituzionali, ha insistito, “offre una speranza sulla stabilità di governo per attrarre gli investitori”.
Sviolinata al premier “Renzi – ha detto Phillips – ha svolto un compito importante ed è considerato con grandissima stima da Obama, che apprezza la sua leadership”. Phills ha ricordato che il presidente del Consiglio andrà negli Stati Uniti il 18 ottobre prossimo in occasione della cena di Stato offerta alla Casa Bianca dal presidente Usa Barack Obama.
Fitch si unisce al coro Intanto, a fare compagnia a Phillips, arriva anche l’allarme di Fitch sulle turbolenze che potrebbero seguire a una eventuale vittoria del no. Ogni turbolenza politica o problemi nel settore bancario che si possano ripercuotere sull’economia reale o sul debito pubblico, potrebbe portare a un intervento negativo sul rating dell’Italia. Lo ha affermato il responsabile rating sovrani per Europa Medio Oriente di Fitch, Edward Parker, a una conferenza a Londra, secondo quanto riferisce Bloomberg. “Se ci fosse un voto ‘no’, lo vedremmo come uno shock negativo per l’economia e il merito di credito italiano”, ha dichiarato, come si legge sul sito online di Reuters.
Forza Italia insorge. Ira di Forza Italia per quella che Maurizio Gasparri definisce una “inaccettabile ingerenza” e chiede che Phillips si scusi. “Quella dell’ambasciatore Usa in Italia, più che un auspicio, è un’entrata a gamba tesa ingiustificata negli affari interni dell’Italia – dice il collega di partito, il senatore Altero Matteoli – eseguita su delega di un presidente alla fine del suo mandato”. (Il Tempo)
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