Un bivacco bantù 2,0 davanti al Gallia: che ne dice l’emiro proprietario dell’albergo?

Milano

Milano 18 Settembre – Vorrei tanto conoscere il pensiero di Tamim bin Hamad al-Thani,il 36enne emiro del Qatar.

Uno degli uomini più ricchi del pianeta. Colui il quale, tramite la società d’investimento governativa di cui è azionista unico, ha rilevato gran parte del patrimonio immobiliare di pregio della città di Milano. A partire dai grattacieli di Porta Nuova, per finire al bellissimo hotel Excelsior Gallia di piazza Duca D’Aosta.sheikh-tamim
La ristrutturazione di questo lussuosissimo albergo, famoso per la sua suite più grande d’Europa, è durata anni. Di proprietà della Ciga (compagnia italiana grandi alberghi), dopo i fasti del passato, conobbe un periodo di decadenza. Fino a quando, appunto, l’Emiro non decise qualche anno fa di mettere mano al portafoglio e di ristrutturare da cima a fondo l’albergo. Dall’anno scorso, la sua bellissima facciata liberty che guarda la Stazione Centrale è tornata all’antico splendore. Ma non solo: l’Emiro si è fatto carico di sistemare anche gli spazi verdi antistanti l’albergo, con nuove piantumazioni e ripristino della pavimentazione. Quale Amministrazione comunale non sarebbe contenta di ciò? Uno straniero che decide di investire, dando lavoro a decine di persone, e sistemare anche le aree pubbliche. Di questi tempi di tagli ai bilanci comunali una vera manna.
In questa descrizione idilliaca c’è un però. profughi_immigrati_stazione_centrale-2E cioè che lo spazio antistante l’albergo è diventato un indecente bivacco di pseudo profughi africani che passano tutto il giorno sdraiati sui prati o sotto le piante. Tutti ben vestiti, cappellino alla moda, smartphone d’ordinanza e cuffie. Basta farsi un giro e pare di essere in un accampamento bantù. Tecnologico. Si allontanano solo per mangiare, alla mensa gestita dalla cooperativa Arca, sita poco distante nella limitrofa via Sammartini. Poi tornano e si sdraiano di nuovo. Non proprio una vita di sacrifici. Cosa potrà pensare l’Emiro, o un cliente del suo albergo, davanti tale vista? Che il centro di Milano è un campo profughi di lusso. Non si tratta di razzismo. Si tratta di decoro. E di rispetto della dignità umana. Non è civile, infatti, permettere che migliaia di persone non facciano nulla tutto il giorno. Ciondolando stancamente in una piazza aspettando l’ora del pranzo. Questo accade da mesi. Nel silenzio generale. Purtroppo questa è l’accoglienza di Maiorino e Sala. I milanesi l’hanno votati. E ora si tengano il bivacco bantù 2.0. E se lo tenga anche l’Emiro.  

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Moderazione dei commenti attiva. Il tuo commento non apparirà immediatamente.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.