Musica, tressette e allegria: il ritrovo dei duecento ‘anziani del muretto’

Milano

Milano 21 Settembre – Seduti sulle panchine o in sella alle loro biciclette, con la musica della radio di sottofondo, osservano gli amici che giocano. Come una qualsiasi compagnia di ragazzi. Ma il più giovane ha 60 anni. Si trovano tutti i pomeriggi alla bocciofila del parco Formentano, in largo Marinai d’Italia. L’impianto, in autogestione, è tra la Palazzina Liberty, dove gruppi di adolescenti passano il tempo a chiacchierare seduti sulle scale, e il piazzale centrale dove i bambini saltano sui giochi gonfiabili. Una decina di tavolini pieghevoli occupano lo spiazzo accanto alla bocciofila.i-ragazzi-del-murettoUno è su una collinetta erbosa all’ombra di un albero. Seduti a gruppi di quattro i pensionati si scambiano le carte. “I primi che arrivano aprono il cassone e tirano fuori quattro sedie e un tavolo e cominciano a giocare. Poi, piano piano, arrivano anche gli altri”, spiega Vittorio De Angelis, 73 anni, mentre distribuisce le carte. Tressette, scopa, bridge.

Ognuno è concentrato su quello che fa con una nuvola di curiosi intorno. “Veniamo qui tutti i giorni, finché fa caldo “. Così, da settimane, passano i pomeriggi con la complicità di un’estate insolitamente lunga. “Alla mattina ognuno ha le sue commissioni da fare. Poi, dopo pranzo, invece di chiuderci in un bar, veniamo qui. Se abbiamo sete, c’è la fontanella. Non ci manca niente”, dice De Angelis. “Io ho iniziato a venire qui sei o sette anni fa”, racconta Giovanni Corso, che di anni ne ha 70, mentre cala una carta sul tavolo. “Lavoravo ancora, ma appena uscivo correvo qui per una partitina”. Tante nonne chiacchierano tra loro all’ombra dei platani. Il gruppo negli anni si è allargato e questo ormai è diventato un punto di ritrovo per gli anziani della zona.

Per un periodo sono stati un’associazione, poi l’hanno sciolta e ora chiunque può venire a fare una partita in compagnia, rispettando le regole e sotto la supervisione dei responsabili del gruppo. “Solo a giocare, tra bocce e carte, saremo 200”, spiega Giuseppe Perugini, 78 anni, firmatario della convenzione con il Comune per l’utilizzo dello spazio.bocce “Poi ci sono tutti gli spettatori, le nostre mogli e le famiglie, e chi si ferma anche solo per scambiare due parole o bere un caffè”. Perché nel tempo si sono attrezzati portando anche una caffettiera in condivisione. Tra i giocatori spiccano i capelli neri di un uomo. “La maggior parte dei frequentatori ha una certa età, ma non mancano i giovani quarantenni che nei weekend o quando non lavorano, si uniscono a noi. Li facciamo partecipare volentieri, con loro le partite diventano più competitive”.

Ci sono anche ragazzi che si fermano sulle panchine a guardarli. “Abbiamo un bel dialogo con un gruppo di studenti universitari che giocano a basket qui dietro”, racconta Perugini. “A volte giochiamo a bocce insieme. Siamo sempre contenti di averli con noi”. Ma se i giocatori di carte in inverno si rifugiano al chiuso nei circoli, gli irriducibili delle bocce sono sempre lì. “Veniamo anche con la pioggia e la neve. Se fa freddo giochiamo con i guanti “, racconta Franco Annoni, responsabile dell’organizzazione delle gare. “Così ci teniamo in forma”. Indica un uomo in fondo al campo. “Quello che ha appena tirato ha 105 anni, chi lo direbbe?”.

Claudia Zanella (Repubblica)

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