Assolombarda: il modello Milano batte i competitor. Manifattura leader in Europa

Milano

Milano 25 Settembre – La  via milanese e lombarda alla nuova manifattura si conferma al di sopra della media del migliore standard europeo. Con, al suo interno, una polarizzazione crescente fra imprese efficienti e non efficienti. Anche se, per restare a pieno titolo nel cuore della manifattura continentale, deve riuscire a sviluppare più innovazione formalizzata e deve connettersi con più potere alle catene globali del valore.

A livello sistemico, il sistema industriale lombardo conferma la sua appartenenza al network composto dai cinque aggregati industriali europei principali (ci sono anche Baden-Württemberg, Baviera, Rhône-Alpes e Catalogna), la sua leadership italiana e la sua conformazione tecno-industriale, fatta di medium-tech nella specializzazione produttiva e dell’adozione di meccanismi di governance e di strategie aziendali inusuali nel nostro Paese. Ma, nella conformazione di quello che resta il motore dell’economia italiana, la recessione ha approfondito il divario fra le imprese che ce la fanno e le imprese che non ce la fanno.

NOI E GLI ALTRI
Quota media di fatturato legata alla vendita di prodotti innovativi (valori % 2011-2013). (Fonte: Indagine Benchmark, Assolombarda Confindustria Milano Monza e Brianza)

18,215,118,819,013,321,4Totale campioneBaden-WurttembergBayernRhone-AlpesCatalunaLombardia121416182022

Con il report “Le performance delle imprese europee: un’analisi benchmark” (la quarta ricerca del 2016), il centro studi di Assolombarda ha delineato la più avanzata e accurata disamina del modello Milano e di quel sistema lombardo che ha in esso il perno di riequilibrio e il punto di raccordo con i circuiti internazionali. Le imprese migliori – definite “top performer” – utilizzano bonus nei loro assetti manageriali, brevettano, digitalizzano i processi aziendali (non solo nella parte manifatturiera) e partecipano direttamente alle Global Value Chains. Secondo l’analisi di Assolombarda, i top performer di tutte e cinque le aree europee hanno una produttività media di 71,5 mila euro. I top performer della sola Lombardia hanno una produttività media di 88,2 mila euro. Dunque, i top performer di questa parte d’Italia staccano non di poco la migliore Europa presa nel suo insieme. Il resto del campione, composto dai non top performer nell’insieme complessivo delle cinque aree europee, ha una produttività di 44,6 mila euro, quasi identica a quella degli equivalenti lombardi (44,8 mila euro). Dunque, la Lombardia, anche nelle sue componenti meno virtuose, sta al passo del meglio dell’Europa. E, quando si prende in considerazione il meglio del meglio, è al di sopra. Questa spinta produce una inevitabile polarizzazione, che viene accentuata nel caso lombardo. Nel caso della media europea, la differenza di produttività fra chi adopera i bonus per l’organizzazione manageriale, deposita un brevetto, digitalizza i processi e partecipa alle Global Value Chains e chi non lo fa “vale” 27mila euro. In Lombardia, questa differenza sale a 44mila euro. Si tratta di un dato impressionante: la produttività di chi fa tutto questo è doppia rispetto a quella degli altri.

Paolo Bricco (Il Sole 24 Ore)

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