Milano 25 Settembre – Hokusai, Hiroshige, Utamaro – In occasione del 150°Anniversario delle relazioni tra Giappone e Italia – Palazzo Reale di Milano – fino al 29 gennaio 2017
Gli uomini e gli animali, gli umili testimoni dell’esistenza quotidiana, la leggenda e la storia, le solennità mondane e i mestieri, i paesaggi, il mare, la montagna, la foresta, il temporale, le tiepide piogge delle primavere solitarie, l’alacre vento agli angoli delle strade, la tramontana sull’aperta campagna, i volti delicati delle donne. Tutto questo più il mondo dei sogni e quello del meraviglioso sono i soggetti prediletti dei tre artisti per eccellenza del “Mondo Fluttuante” (l’ukiyoe): Hokusai, Hiroshige e Utamaro.
Ai tre artisti dell’ukiyoe è dedicata la mostra aperta fino al 29 gennaio 2017 a Palazzo Reale che, attraverso 200 silografie policrome e libri illustrati provenienti dalla prestigiosa collezione del Honolulu Museum of Art, propone un viaggio nel mondo artistico e umano dei tre maestri che, ancora oggi, influenzano scuole e artisti del Giappone e dell’Europa, contrapponendo all’etica del samurai il godimento del singolo momento, il piacere, il divertimento in ogni forma.
L’esposizione si inserisce all’interno delle celebrazioni del 150° Anniversario delle relazioni tra Giappone e Italia, avviate con la stipula del primo Trattato di Amicizia e Commercio firmato il 25 agosto 1866.
Il pubblico potrà vivere una duplice esperienza: provare la stessa meraviglia che davanti alla freschezza, semplicità di forme e colori provarono, Monet, Van Gogh, Degas, Toulouse-Lautrec e che contribuì a rivoluzionare il linguaggio pittorico della Parigi di fine Ottocento; conoscere le peculiarità tecniche, l’abilità e l’eccentricità dei singoli artisti.
Per ragioni conservative e di tutela delle opere esposte, la mostra Hokusai, Hiroshige, Utamaro resterà chiusa il lunedì pomeriggio; il sabato la chiusura sarà alle 19.30 con ultimo ingresso alle 18.30.
Attraverso 5 sezioni (Paesaggi e luoghi celebri: Hokusai e Hiroshige; Tradizione letteraria e vedute celebri: Hokusai; Rivali di “natura”: Hokusai e Hiroshige; Utamaro: bellezza e sensualità; I Manga: Hokusai insegna) la mostra metterà in luce il mercato dell’immagine dell’epoca che richiedeva di trattare soggetti precisi, luoghi e volti ben noti al pubblico, temi e personaggi alla moda. Una domanda intorno alla quale nascevano inevitabilmente rivalità, tra gli stessi artisti e gli editori che producevano le opere e che si contendevano i migliori pittori, incisori e stampatori per dar vita a serie di stampe diverse, verticali, orizzontali, in forma di ventaglio, in formato di libro per soddisfare un mercato dell’editoria sempre esigente e ampio.
Il percorso attraverso le silografie dei tre maestri, Katsushika Hokusai (1760-1849), Utagawa Hiroshige (1797-1858) e Kitagawa Utamaro (1753-1806), metterà in evidenza come fossero ricorrenti gli stessi soggetti e come gli editori fossero obbligati a inventare espedienti quali formati e inquadrature diverse. E anche come ogni artista si sia distinto con una serie tematica specifica fino a renderla un best seller obbligando gli altri a cimentarsi sullo stesso soggetto alla moda per ricavarsi il proprio spazio sul mercato. Risulta chiaro perché alle Trentasei vedute del monte Fuji di Hokusai (1830-32 circa) seguirono, a distanza di vent’anni, anche Trentasei vedute del monte Fuji di Hiroshige (1852-58) e come queste ultime comprendano vedute simili che in qualche modo citano il maestro Hokusai (ad esempio proponendo la “Grande onda” con una simile inquadratura ma meno irruenta e drammatica).
Allo stesso modo si comprenderà perché la serie più famosa di Hiroshige, le Cinquantatrè stazioni del Tōkaidō, edita inizialmente nel 1833-34, sia stata ripetutamente proposta dallo stesso autore con editori diversi e in formati diversi, se non addirittura in collaborazione con altri artisti, e come il soggetto sia stato trattato anche da Hokusai in una serie di surimono (biglietti augurali) e silografie tra il 1804 e il 1811.
Scorci di ponti, cascate, quartieri di Edo, di Kyoto e delle province più lontane, insieme ai volti, all’eleganza dei kimono e alla sensualità delle donne più belle dell’epoca dipingono il quadro di una società e accompagnano l’osservatore nei luoghi e nelle località frequentati dai tre maestri e dai loro contemporanei; testimoniano come l’uomo sia parte attiva e integrata nella natura anche quando i soggetti rimandano alla tradizione letteraria, poetica e teatrale; evidenziano una crescente confidenza dei maestri dell’ukiyoe con quelle che furono le modalità di rappresentazione della realtà provenienti da Occidente integrate poco alla volta nelle immagini del Mondo Fluttuante, ma soprattutto segnano, da un punto di vista sociale e politico, la creazione di una nuova e più omogenea identità culturale nazionale.
Furono queste immagini: le vedute del Giappone di Hiroshige, i 15 volumi di Manga di Hokusai, i volti delle bellezze di Utamaro a divenire punto di riferimento estetico per gli artisti successivi: i fotografi giapponesi e occidentali affermatisi in Giappone nella seconda metà dell’Ottocento si rifecero ai colori, alle inquadrature e ai soggetti dell’ukiyoe per i loro scatti da proporre agli stranieri, confermando quelle immagini come “Immagine del Giappone” oltreoceano che conquistò e sconvolse il mondo artistico europeo, trasformando e rivoluzionando la modalità pittorica degli Impressionisti.
Un fascino che continua a perpetuarsi e che dà vita a quella produzione grafica contemporanea che da quest’arte fluttuante è scaturita, dai manga agli anime, dal tatuaggio fino ai gadget commerciali, ma anche nel continuo richiamo da parte di artisti contemporanei giapponesi e stranieri nelle loro opere di temi e qualità delle stampe dell’ukiyoe.
La mostra si inserisce in un calendario di eventi che avranno luogo in Italia lungo il 2016: mostre d’arte, performance teatrali di burattini (bunraku) e della grande tradizione del nō, concerti e spettacoli di danza moderni e tradizionali, rassegne cinematografiche, eventi d’architettura e design, e poi fumetto, letteratura, sport a rappresentare il mondo culturale e tecnologico del Giappone. L’occasione è la celebrazione del 150° anniversario dalla stipula del primo Trattato di Amicizia e Commercio, firmato il 25 agosto 1866 tra Giappone e Italia che diede inizio ai rapporti diplomatici tra i due Paesi.
Importanti contatti erano già avvenuti a partire dal XVI secolo per volere di singoli feudi e signori dell’aristocrazia di spada, particolarmente sensibili alla cultura occidentale e alla religione cristiana tanto da inviare missioni conoscitive in America, in Europa e in particolare in Italia e in Vaticano, ma quello del 1866 fu il primo trattato firmato tra Paesi moderni dopo oltre due secoli di chiusura del Giappone. Il ricco calendario, che sta raccogliendo numerose iniziative, conta la collaborazione di tante realtà pubbliche e private, tra cui l’Ambasciata del Giappone in Italia, il Consolato Generale del Giappone a Milano, l’Istituto Giapponese di Cultura a Roma, MondoMostre Skira, l’Università degli Studi di Milano, le Scuderie del Quirinale, il Palazzo Reale di Milano, l’Ara Pacis di Roma e il MAXXI.
E non per caso la nuova stagione del Teatro alla Scala si aprirà, come tradizione il 7 dicembre, con “Madama Butterfly”, una delle opere liriche più famose di Giacomo Puccini ambientata in Giappone
Il catalogo della mostra è edito da Skira. www.palazzorealemilano.it, www.hokusaimilano.it
Laurea Magistrale in Lettere Moderne. Master in Relazioni Pubbliche.
Diploma ISMEO (lingua e cultura araba). Giornalista. Responsabile rapporti Media relations e con Enti ed Istituzioni presso Vox Idee (agenzia comunicazione integrata) Milano.