Nella vita di Caprotti il meglio dell’imprenditoria Italiana

Milano

Milano 2 Ottobre – L’imprenditoria Italiana, non nascondiamocelo, ha dei grandi difetti di fondo. Uno strisciante familismo amorale. Una forte tendenza a seguire l’onda, il conformismo di maniera di chi è abituato da secoli a lisciare il pelo al signore di turno. Certo, c’è anche tanta innovazione, resistenza e capacità di sopravvivere ad uno stato di rapina continuo. Di sicuro, nel bene e nel male abbiamo gli imprenditori più capaci di adattamento al mondo. E tutti dovrebbero guardare alla storia di Caprotti, che ha saputo colmare i difetti ed esaltare i pregi, non arrendendosi mai, nemmeno quando si è trovato contro tutta la potenza vendicativa del Leviatano.

Prima di tutto, prima della fortuna, prima dell’Esselunga c’è stato un lungo viaggio all’estero. Negli Usa, quando ancora erano l’ultima dimora accogliente del capitalismo. Lì ha fatto quello che ci si aspetta da un imprenditore. Sapeva di un bisogno latente in patria, quella di una grande distribuzione che abbattesse i costi. Ha incontrato una soluzione, i supermercati. E quando in patri ha ritrovato quella idea gli si è attaccato. Senza abbandonare, all’inizio l’azienda del padre. Non è un dettaglio irrilevante. In un periodo storico di fortune improvvise ed avventurieri senza scrupoli, lui era diverso. E quando avviò Esselunga lavorò senza tregua, con passione e con grande cura. Era un artigiano dell’imprenditoria che pensava come un grande capitalista. Un individuo contro il sistema. E tutto, tutto questo si è riassunto nella sua battaglia contro lo Coop. Che poi, a dirla tutta, non era una battaglia contro la Coop. Ma contro il sistema, ipocrita, che circonda una legittima impresa, che però sfrutta aderenze, legislazioni di favore ed un pregiudizio antico per sconfiggere la concorrenza.

Tra quegli strumenti c’è anche una magistratura che ordinò di bruciare i suoi libri, Falce e Carrello. Una misura comune a tutti i periodi oscuri della storia. Nonostante una sentenza dell’antitrust. Nonostante le prove circostanziate. Nonostante quel mondo stia crollando a pezzi e sia sempre più colluso con attività non propriamente attinenti (la Concordia vi ricorda nulla?). Eppure lui non mollò e non fece mai tracimare l’odio. Tant’è che uno dei suoi politici preferiti era Bersani. È stato un grande, davanti al quale ci siamo sentiti tutti piccoli. Eppure non ha mai avuto la tracotanza che si associa a figure come la sua. Forse perché, più di tanti altri, si è reso conto che era la massa ad averlo fatto ricco. Il popolo. Ed è quello che ogni politico, nonostante i tempi, dovrebbe ricordare. Addio Bernardo, tanto ci hai insegnato e tanto ti dobbiamo.

.

On. Stefano Maullu, Europarlamentare-Forza Italia

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Moderazione dei commenti attiva. Il tuo commento non apparirà immediatamente.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.