Se Granelli riesce a far peggio di Maran

Milano

Milano 4 Ottobre – Se qualcuno pensava che con Maran quale assessore alla mobilità si fosse visto il peggio del fanatismo ideologico, che in quanto tale non può che produrre disastri ed inefficienza, purtroppo dovrà ricredersi: il neo assessore Granelli sembra indirizzato sulla “buona” strada per riuscire a fare (molto) peggio.

E’, infatti, notizia di questi giorni che, nell’ambito della ridefinizione delle regole che presiedono al funzionamento della mostruosa Area C, l’accesso al centro, tra le tante angherie, sarà interdetto anche per i diesel “EURO4” e posto a pagamento per i mezzi a GPL e metano.

Un provvedimento gratuitamente malvagio, classista, incoerente, ingiustificato e ideologico.
In altre parole, il paradigma delle amministrazioni che dal giugno 2011, purtroppo, guidano la città.

Innanzitutto, l’estensione del pagamento anche ai veicoli a gas sarà un’assurdità: siccome sono ritenuti poco inquinanti, godono di vari incentivi statali e, spesso, anche regionali.
E la scelta per un’auto a gas non è neppure facile, perché il mercato offre ancora pochi prodotti e si tratta quasi sempre di vetture economiche o, comunque, di fascia medio bassa, con propulsori tutt’altro che prestazionali e allestimenti (tranne per qualche rara eccezione) spesso limitati negli equipaggiamenti. Sono in gran parte utilitarie o, al massimo, vetture medie in allestimento “da lavoro”, tranne pochissime eccezioni. E, nonostante tutto, si tratta comunque di veicoli costosi, quasi sempre con oneri di manutenzione più complessi e gravosi rispetto ad una vettura a benzina o gasolio.

Per cui, a parte la schizofrenia, sempre a carico del cittadino che paga di tasca propria le numerose e contraddittorie interpretazioni dei fanatismi ecologisti, di incentivare da una parte l’acquisto di una vettura per penalizzarla dall’altra, la follia inaccettabile è che chi ha effettuato l’investimento per acquistare un veicolo a gas, con un parziale (per quanto limitato) “aiuto” con soldi di tutti i cittadini, si trova immediatamente a dover subire le vessazioni da cui quell’investimento avrebbe dovuto metterlo al riparo. Chi ha effettuato esborsi rilevanti per acquistare un’autovettura di rango medio basso onde evitare vessazioni legate alla presunta tutela ambientale si trova doppiamente preso in giro.

Ma il peggio riguarda i diesel EURO4: mentre in città rimangono ancora molte caldaie a carbonella, si impedisce del tutto l’accesso in centro a vetture ancora piuttosto recenti e, quindi, ancor diffuse.
Infatti, l’omologazione EURO5 è obbligatoria, per i veicoli venduti sul mercato, soltanto dal 2011; dal 2009 solo per quelli di nuova omologazione. Per cui, fino al 2011 si è potuto acquistare tranquillamente veicoli nuovi omologati EURO4 e regolarmente commercializzabili, il che significa che autovetture di cinque o sei anni, quindi non catorci antidiluviani risalenti all’epoca della benzina con il piombo, a partire dal 2017 non potranno accedere all’interno della cerchia dei bastioni.
Una grave follia che, ancora una volta, andrà a colpire non gli abbienti (a parte il fatto che non ci sarebbe motivo per penalizzare a prescindere neanche un benestante in quanto tale) che abusano dell’automobile nel centro della città, ma le fasce più deboli della popolazione che non possono permettersi di cambiare autovettura ogni due o tre anni, hanno delle esigenze concrete e reali (legate a lavoro, situazioni famigliari, ecc.) e si vedranno, per accontentare le ubbie dell’amministrazione e i capricci dei suoi sostenitori più indottrinati e militarizzati, gravemente penalizzati. Loro e, in molti casi, il loro lavoro, i cui costi, in un tempo di crisi in cui margini di guadagno, specie per chi lavora in proprio, tendono a ridursi drasticamente, spesso fino a portare alla chiusura dell’attività (imprenditoriale o professionale che sia), vengono fatti scientemente lievitare (soltanto chi vive di rendite di posizione può pensare che tali maggiori costi possano ancora essere esposti al cliente finale senza problemi) per accontentare una minoranza elitaria che si impipa bellamente del fatto che, per perseguire i suoi sogni equi, solidali, ciclabili e bucolici (perché, allora, costoro non vanno a lavorare i campi?), sta regalando gli incubi ai cittadini che del lavoro affannoso e rabberciato di questi anni devono vivere davvero.

La sinistra che governa (male), chiaramente, si trincera dietro questioni ambientali, ma, evidentemente, si tratta di banali e squallidi pretesti: innanzitutto, se le vetture EURO4 a gasolio sono così nocive per la salute benché si tratti di modelli piuttosto recenti, al punto da esser bandite in una vasta area della città, non si capisce come mai la legge consenta loro di circolare in tutto il resto d’Italia e la stessa amministrazione comunale non ne inibisca l’uso nel territorio cittadino anche al di fuori della circonvallazione. L’aria pulita dovrebbe essere appannaggio solo dei residenti del centro?

In secondo luogo, la sinistra si affanna ad invocare dati e studi, quasi sempre letti in modo piuttosto fazioso e strumentale, che dimostrerebbero l’esistenza di esigenze ambientali, ma non è mai riuscita a produrne uno che dimostri come si possa spiegare all’inquinamento prodotto appena al di fuori dell’Area C che, stante l’ordinanza del Comune, non debba azzardarsi ad entrare in centro. In altre parole, come fa il comune a spiegare al particolato sospeso in corso di Porta Vercellina che non deve assolutamente imboccare la via San Vittore?

In terzo luogo, nei tre giorni di blocco del traffico a fine dicembre 2015, quando il clima sfavorevole (assenza di vento e precipitazioni) aveva portato l’inquinamento al di sopra dei (restrittivi) limiti consentiti, i risultati erano stati assolutamente insignificanti, se non addirittura contrari a quanto sperato. Soltanto il mutare del clima con l’arrivo del vento aveva contribuito a riportare gli inquinanti al di sotto delle soglie consentite.

E’ quindi di tutta evidenza come questa ennesima vessazione a danno dei cittadini non abbia alcuna attinenza con l’inquinamento, ma sia solo e soltanto uno modo per il Comune di fare cassa (anche incentivando l’uso dei costosissimi servizi di Car Sharing da esso promossi e che gli pagano fior di quattrini), da un lato, e dall’altro di proseguire con la costruzione in laboratorio, roba da ingegneria sociale sessantottarda, di una città astratta ed elitaria in cui soltanto chi dispone di mezzi economici importanti, oltre a risorse e protezioni sociali e famigliari ben radicate, possa vivere dignitosamente, secondo canoni fintamente bucolici prefissati e del tutto irrealistici.
Lo stucchevole e vacuo slogan tanto caro a questa sinistra retriva e massimalista, che non a caso esprime un assessore alla mobilità che dichiara, pur provenendo dal mondo dell’associazionismo cattolico (!), di annoverare tra i suoi maestri Enrico Berlinguer (grazie a Dio ci risparmia Togliatti e Pajetta…), secondo cui si starebbe cercando di costruire una “città a misura d’uomo” è incompleto perché il sogno di quest’amministrazione elitaria e classista è di realizzare una “città a misura d’uomo ricco e sfaccendato”.

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