Moda di carta opere di ISABELLE DE BORCHGRAVE

Cultura e spettacolo

Milano 8 Ottobre – 20 ottobre – 31 dicembre – Villa Necchi Campiglio, via Mozart 14

Oltre trenta abiti realizzati interamente in carta, con incredibile perizia e talento creativo dall’artista Isabelle de Borchgrave, riempiranno di vita le stanze di Villa Necchi Campiglio, bene del Fondo Ambiente Italiano nel cuore di Milano. Un’esposizione capace di dialogare con gli spazi di questa dimora progettata da Piero Portaluppi e un itinerario di visita inedito in un luogo che ha ispirato la pittrice, disegnatrice, stilista e regista belga che incarna l’eccellenza dell’architettura e del design della Milano anni Trenta. Le creazioni di Isabelle de Borchgrave illustrano un momento breve ma fertile della storia della moda tra la fine dell’Ottocento e la metà del Novecento. Dai tailleur di Dior ai colorati kimono giapponesi, gli abiti di carta ispirati a celebri modelli e storiche collezioni diventano a Villa Necchi installazioni d’arte, evocative presenze che animano saloni e stanze e che coniugano piacere estetico, curiosità storico-culturale e stupore assoluto, nella scoperta delle infinite possibilità di una materia semplice come la carta.

isabelle-de-borchgrave-completo-american-blue-navy-a-villa-necchi-foto-guido-taroni-fai-fondo-ambiente-italiano«Si parte sempre da un foglio di carta – dice Isabelle de Borchgrave – ma poi la pittura, le mani, l’acqua, la straordinaria padronanza e la fantasia nell’uso dei materiali riescono a produrre effetti di velluto e di seta, spessori e morbidezze alla vista e al tatto, lucentezze d’oro e di perle e impalpabili preziosi merletti che ricordano la perfezione dei maestri fiamminghi». Dagli abiti da sera di Lanvin e Poiret ai vestiti da giorno di Chanel, saranno in mostra le minuziose riproduzioni di abiti-icona che hanno rivoluzionato il nostro modo di vestire: si potrà ammirare la fitta plissettatura dell’abito Delphos, disegnato da Mariano Fortuny ispirandosi alle tuniche delle sculture greche, un’innovazione nell’abbigliamento femminile, poiché proponeva un indumento estremamente confortevole, privo di busto e di facile realizzazione con pochi tagli e cuciture. Oppure si potrà scoprire la storia del tailleur Bar, modello-manifesto della collezione New Look del 1947 di Christian Dior, che ha dettato le regole di una nuova estetica: dalla giacchina in shantung color crema a falde arrotondate modellate sulle curve del busto alla gonna plissettata e svasata che regala un incedere flessuoso assolutamente inedito.

Orari: da mercoledì a domenica – ore 10/18

Biglietto con visita alla villa: 12€, previste varie riduzioni

informazioni: www.villanecchicampiglio.it o www.fondoambiente.it

Isabelle de Borchgrave

Nata a Bruxelles nel 1946, Isabelle de Borchgrave è disegnatrice instancabile. Muove i primi passi nel mondo della moda e dei tessuti verso i diciassette anni, dipingendo sui suoi vestiti e su quelli delle amiche; decide di aprire un atelier di alta moda – La Tour de Bébelle – ove realizza abiti e foulard ma anche gioielli e accessori, in cui dipinge su seta, cuoio, pelle di cammello o feltro, sfruttando la versatilità e le caratteristiche dei materiali. A seguito di una visita al Metropolitan Museum di New York nel 1994, comincia a lavorare con la carta: nasce la collezione “Papiers à la mode” che indaga 300 anni di storia della moda da Elisabetta I a Coco Chanel. La prima edizione di 30 costumi si arricchisce nel tempo e con i viaggi: per il Giappone, bramoso di conoscere l’arte e la storia dell’occidente, Isabelle realizza in carta, a partire dai ritratti, i costumi di personaggi storici come Elisabetta I, Maria Antonietta, Madame Pompadour, l’imperatrice Eugenia. Seguiranno la collezioni “Il mondo di Mariano Fortuny” (esposta nel 2008 proprio a Palazzo Fortuny), che si interroga sulla Venezia dei primi del ‘900, e “Splendore dei Medici” (esposta anche a Palazzo Medici Riccardi, residenza della famiglia), che conducono attraverso le strade della Firenze del Rinascimento. L’ultima opera, i “Ballets Russes”, è un tributo a Serge Diaghilev e alla sua compagnia di balletto.

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