Milano 11 Ottobre – Ormai ogni Sì alla Mancia è diventato una Mancia per il Sì. E Renzi, da novello don Chisciotte, si è trasformato nel fiero Cavaliere della Mancia. Alle categorie che ancora mancavano al premier per convincere a votare al Sì al referendum, fatta esclusione per i morti, gli stranieri, i neonati e gli animali domestici, c’erano le famiglie, soprattutto quelle numerose, che quanto più sono numerose tanto più vanno a votare in massa.
E allora ecco spuntare l’ideona: perché non destinare un aiutino, un bonus, un incentivo, suvvia, anche alle famigliole italiane? L’idea originaria era quella di riprendere il modello “quoziente familiare” già tirato fuori ai tempi dei governi Berlusconi: cioè far pagare meno tasse a chi ha più figli. Ma questo sistema – che sarebbe una saggia forma di equità sociale nonché un modo concreto per ridurre la pressione fiscale – è stato presto rottamato e modificato nel più renziano metodo-bonus: elargire nel 2017 400 milioni come paghetta alle famiglie in difficoltà economiche, sebbene non sotto la soglia di povertà. Così, dopo i dipendenti, le forze dell’ordine, i diciottenni, le mamme (bonus bebè) e i pensionati, ecco aggiungersi alla lista dei “beneficiati di Stato” le famiglie povere e numerose.
Disturba in primo luogo la logica alla base: Renzi non detassa le famiglie, il che determinerebbe meno entrate fiscali per lo Stato e quindi una maggiore responsabilità e oculatezza nella spesa pubblica (un modello perfettamente liberale capace però di assicurare anche il welfare familiare); ma al contrario aumenta la spesa pubblica, sfasciando ulteriormente le casse dello Stato, allargando il buco del deficit, e trovandosi costretto – lui l’Elemosiniere di Stato – a chiedere altra elemosina (detta flessibilità) a Bruxelles.
In seconda istanza, ciò che irrita è lo scopo di questa nuova iniziativa di governo: procacciarsi il consenso con promesse mirabolanti, a maggior ragione in vista de referendum. Un metodo che era già proprio di Berlusconi in tempi di campagna elettorale, ma che con Renzi è diventato sistematico, attraverso una campagna elettorale perpetua, che passa da annunci sempre nuovi e ambiziosi quanto più i precedenti vengono smentiti. È una sorta di voto di scambio perenne alimentato da un principio: cercare di edulcorare l’immagine del governo Mangia Mangia (il modello della Casta, per l’appunto) in quella più benefica del governo Mancia Mancia. No, lo Stato non ruba più e non si ingrassa a spese degli elettori. Ma al contrario è un benefattore che elargisce, dona, sa essere magnanimo coi suoi cittadini.
La verità è che solo un sistema furbo per consentire la perpetuazione al potere di chi è al potere, distribuendo panem et circenses. Diamo soldi alle famiglie perché, in fin dei conti, pure Renzi tiene famiglia.
Gianluca Veneziani (L’Intraprendente)
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