Esperti del Politecnico: il riscaldamento inquina più delle auto

Milano

Milano 12 Ottobre – Gli impianti di riscaldamento inquinano più delle automobili: le abitazioni in Italia sono infatti responsabili di oltre il 50% delle emissioni di CO2 e del 30% di quelle di polveri sottili. E’ quanto emerge dalla quarta edizione del Forum Energia di Milano, secondo cui il 56% degli edifici nostrani è registrato nella classe energetica più bassa (la G) mentre solo il 2% in quella più alta (la A). Secondo uno studio del Politecnico di Milano, rinnovare gli impianti di riscaldamento nei soli 20 capoluoghi di regione ridurrebbe le emissioni in atmosfera dal 10% al 50%.

Stando ai dati, se nella sola Milano si sostituisse il 10% degli impianti più vecchi e con altri più efficienti, si otterrebbe una riduzione delle emissioni pari a un blocco del traffico per sei settimane. In Italia il 55% delle abitazioni ha oltre 40 anni di età, percentuale che sale al 75% nelle città metropolitane.

Caldaie vecchie e polveri sottili – Negli ultimi vent’anni, le emissioni di polveri sottili dai veicoli si sono ridotte del 60%: un risultato in gran parte dovuto al fatto che le auto in genere si rottamano dopo una decina d’anni e i nuovi modelli sono sempre meno inquinanti. Al contrario, le caldaie dei palazzi non si sostituiscono così rapidamente. Per questo motivo, sempre negli ultimi vent’anni, le polveri sottili dagli impianti di riscaldamento sono raddoppiate, fino a raggiungere il triplo di quelle emesse dai veicoli.

Leader nell’efficienza energetica – Nonostante ciò, l’Italia figura ancora tra i leader mondiali nell’efficienza energetica, seconda solo alla Germania e a pari merito con il Giappone (nell’efficienza energetica dei trasporti è addirittura prima). Una leadership dovuta, secondo gli esperti, all’alto costo dell’energia nel Belpaese, privo di fonti fossili e di nucleare. “Bisogna cambiare il modo di pensare l’energia in Italia – hanno commentato gli esperti – passando da fonti fossili a un uso efficiente da fonti rinnovabili. L’energia di domani non potrà che essere in 3D: decentralizzata, decarbonizzata, digitalizzata”.(Tg.com)

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