Milano 22 Ottobre – Fraternitè, Egalitè, Libertè: il Sacro Trinomio sui cui poggiano i nobili ideali che diedero vita alla gloriosa Rivoluzione del 1789, che aprirono le porte alla Luce contro le tenebre della superstizione e del totalitarismo monarchico; ideali che furono radici e linfa vitale per la Repubblica e la sacralità dello Stato.
Poi però venne eletto Francois Hollande, che per puro calcolo elettorale, vista la politica fallimentare sua e del suo esecutivo, ha preferito stravolgere il Sacro Trinomio trasformandolo in Fraternité (musulmane), inégalité, liberté (pour les délinquants), letteralmente regalando la cittadinanza francese, e quindi il diritto di voto, ai clandestini, in maggioranza musulmani, presenti in territorio francese, trasformandoli in “nuovi francesi” che però sono incompatibili con le leggi della Repubblica. Infatti i problemi non si sono fatti attendere: visto il legame di costoro ad antiche, retrograde tradizioni legate alla più bieca teocrazia misogina e contraria alla scienza, hanno da subito attaccato studiosi, scuole, medici, insegnanti nonché i rappresentanti dello Stato in uniforme: nelle ultime settimane si sono moltiplicati gli attacchi con molotov nei confronti delle pattuglie della polizia (due settimane fa a Parigi due agenti sono arsi vivi all’interno della loro auto di servizio e ricoverati in gravissime condizioni in ospedale) e tutto ciò non avviene solo nelle più sperdute banlieue ma anche nelle aree semiperiferiche delle maggiori città: Lyon, Marsiglia, Nizza e nelle cittadine minori come Viry Chatillon e a Vanissieux, cittadina alle porte di Lyon. In tutta risposta il governo della sinistra francese in carica non solo ha ordinato ai suoi agenti di tollerare tali aggressioni senza dare loro la possibilità di reagire contro gli autori di tali atti criminali, ma sta pensando di stravolgere l’inno nazionale per renderlo più islamicamente corretto. Tagli al welfare per i cittadini francesi, la riforma del lavoro che getta migliaia di lavoratori nel precariato e quell’odio tipicamente della sinistra verso i cittadini occidentali cercando di innescare dei veri e propri genocidi, hanno fatto esplodere la rabbia dei veri francesi, in primis dei servitori del popolo francese e delle sue istituzioni repubblicane.
Si è così giunti al terzo giorno di ribellione da parte degli uomini della polizia nazionale che, anche nella notte tra giovedì e venerdì, hanno sfilato dal Trocadero agli Champs Elysees coinvolgendo il popolo parigino che fieramente si è unito ai poliziotti; le stesse scene si sono viste a Nizza, a Lyon e a Tarbes, nella regione dei Pirenei, dove gli agenti di polizia insieme al personale amministrativo sono scesi in piazza in solidarietà dei loro colleghi di Viry Chatillon, ad Evry ed a Bobigny.
Davanti a tali manifestazioni Hollande, anziché dialogare con i suoi agenti, ha preferito chiudersi nell’Eliseo protetto da quei poliziotti “lealisti” senza onore e rispetto per il popolo francese; e mentre dalle strade salgono grida di protesta contro il ministro dell’Interno Cazeneuve, contro il direttore della polizia nazionale Jean Marc Falcone, contro la delinquenza protetta dal governo e contro i centri sociali, il capo del governo, Manuel Valls, da Francoforte, invita gli agenti alla calma ed al dialogo.
Ovviamente in Italia poco spazio è stato dato a questa notizia ed alle cause che hanno portato la Francia sull’orlo di una guerra civile; cause che presto porteranno anche l’Italia nelle stesse condizioni dei nostri cugini d’Oltralpe ma con conseguenze maggiori, considerato che al momento, le vittime di quelli che, i traditori dello Stato e del Popolo italiano (Boldrini, Renzi, Mattarella) oltre a capi di stato che degli italiani amano le domenicali questue ed otto per mille, chiamano nuovi italiani, sono al momento donne ed anziani.
Certo che, se anziché prendere in giro i francesi per l’assenza del bidet nelle loro toilette, imparassimo da loro come manifestare, ora, forse, non avremmo la terza giunta golpista a governarci.
Gian Giacomo William Faillace
Impiegato presso una nota multinazionale americana, ha avuto varie esperienze di dirigenza sia in campo professionale che in campo politico.
Scrive per Milanopost ed altre testate, soffermandosi soprattutto su Israele, Medio Oriente, Africa sahariana e subsahariana. Giornalista Freelance scrive più per passione che per professione.