Niente più password, per identificarsi basterà scattarsi un selfie

Cronaca

Alcune società, tra cui Uber e MasterCard, stanno testando l’utilizzo, da parte degli utenti, del riconoscimento facciale per accedere ai propri profili. Ma il sistema è sicuro?

Milano 23 Ottobre – Protagonista dei social network, simbolo di narcisismo, spesso sciocco passatempo da condividere con gli amici. Soli o in compagnia, chi non si è mai scattato un selfie? Nell’era delle fotocamere frontali, impossibile resistere alla tentazione di immortalarsi con un’espressione disgustata davanti a un piatto non proprio riuscito bene o con una faccia buffa per far ridere l’interlocutore. Ma quello che in passato veniva chiamato «autoscatto» sta diventando anche uno strumento per accedere ai profili personali sulle app in sicurezza. Ai codici numerici si sono affiancate le impronte digitali e l’identificazione dell’iride. Ora alcune società e enti governativi stanno testando la funzionalità che sfrutta la tecnologia – sempre più avanzata – del riconoscimento facciale. Addio quindi a password complicate (spesso dimenticate): per fare il login basterà posizionare il proprio volto sullo schermo dello smartphone.

Gli esempi di Uber e MasterCard

I primi a chiedere ai propri utenti di scattarsi un selfie per utilizzare il servizio sono Uber e MasterCard. Dopo mesi di test, l’app di per il trasporto privato ha lanciato la sua «Real-Time ID Check», descrivendola come un modo per prevenire le frodi e proteggere gli account da attacchi informatici. Agli autisti verrà chiesto di scattarsi una foto ogni volta che iniziano una corsa, così da identificarsi. Poco prima MasterCard ha realizzato «Selfie Pay», per invogliare gli utenti a fare acquisti online. Grazie alla foto del viso, il software analizza la grandezza del naso o la curvatura della mascella, convertendo le caratteristiche fisiche in dati. Poi riassunti in un codice ID, che verrà comparato all’immagine che appare nell’obiettivo della fotocamera ogni volta che si dovrà prenotare una corsa oppure portare a termine una transizione bancaria. La tecnologia deve ancora essere perfezionata: il programma si confonde quando cambia l’illuminazione o la pettinatura.

 Sicurezza e privacy

Affidarsi a un selfie è sicuro? Il Wall Street Journal ha interpellato alcuni esperti di cybercrimine, preoccupati che la tentazione di sorridere alla fotocamera porti molti utenti ad utilizzare il nuovo software. Che, secondo loro, non assicura né la sicurezza né la privacy. «Non è un sistema migliore. Semplicemente esclude le difficoltà della gestione di una password», dicono. (Corriere )

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