Milano 2 Novembre – Non giriamoci attorno, la battaglia per la Montello libera è nata male, è stata condotta peggio ed ha dimostrato in maniera plastica perché questo paese non ha un sereno futuro davanti. La Sinistra, e la cito per prima perché è quella che ha perso meno, ancora una volta, si è allontanata ancora un passo in più dal popolo. Popolo è una parola strana oggi, vero? Eppure la sinistra a chi dovrebbe rivolgersi? Il proletariato non esiste più. Il proletario investiva sui figli, ed oggi non lo fa più nessuno. La gente è patrimonio Grillino, intesa come folla fatta di una triste somma di solitudini, incubi ed ossessioni. Il popolo è quel gruppo che si sente parte di un tutto più grande. I cittadini che protestano contro la Montello sono i residenti che hanno capito cosa succederà. Ed è un popolo che vuole soluzioni di sinistra. Cioè dirigistiche, limitative della libertà e finanziate dalle tasse. Solo che la Sinistra sta pensando ad altro. Quando, finalmente, tornerà a capire che ha una base che se ne sta andando altrove sarà sempre troppo tardi. Va, però, detto che la base radical chic è in estasi. In un colpo solo è stato colpito un simbolo di tutto ciò che disprezzano, come una caserma, ed è stato umiliato il nemico. Che non è Salvini. No. È il popolo. Il popolo vero, quello che non vuole gli immigrati. Non il popolo idealizzato che qualcuno di loro sognava di servire. Quindi, se sul lungo periodo la Montello è un chiodo di bara sul tentativo di tornare alle radici, nel breve Sala risponde al proprio elettorato. E confina in periferia il problema.
Chi ne esce davvero a pezzi è una certa destra. La destra populista, delle barricate, delle fiaccolate, degli slogan e dei megafoni. Tanto, tanto rumore per nulla. Salvini ha appena scoperto che le barricate sono come le buone azioni. Si fanno, non si annunciano. Perché se qualcuno lo sa prima, magari, non essendo cretino, arriva all’alba se lo aspetti al tramonto. Ma forse era questo l’obiettivo. Uscire da una situazione incandescente facendo la figura del pirla per evitare accuratamente quella del vile. Chi lo sa. Ma, soprattutto, chissenefrega. La Montello è caduta. I cittadini dovranno convivere con trecento giovani che o non ci vogliono stare qui, oppure, pur volendoci stare, non hanno alcuna reale intenzione di abbandonare i loro costumi per vivere i nostri. Nullafacenti, liberi e pieni di vita. Con nulla da fare se non aspettare un’espulsione. Forse si erano illusi che sarebbe servito a qualcosa lottare. Che le promesse urlate al megafono fossero vere. Ecco, questo è il problema. La Montello non si poteva difendere coi megafoni. Non si poteva proteggere con le fiaccole. Andava lasciata andare e poi si doveva lottare per riprenderla in altri modi: insistendo sull’inidoneità, organizzando una lunga guerriglia legale. Facendo cose poco appariscenti, non a favore di telecamere. Che Casa Pound non si prestasse a questa alternativa è solo che giusto. Ci mancherebbe. Ma Lega e Fratelli d’Italia non potevano non sapere che sarebbe finita così. È la riedizione di Roma, quando le Forze dell’Ordine forzarono il blocco di Casa Pound. E come sempre, la storia si ripropone due volte. La prima come tragedia, la seconda come farsa. Ed è amaro pensare che questo blocco politico non riesca a vedere quanto meglio sarebbe stato portare un lenta e silenziosa battaglia nelle sedi opportune.
Sempre che l’obiettivo fosse davvero liberare la Montello, ovviamente.festa migranti alla Montello
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,