A sinistra si litiga per soldi: Sala contro Sel

Milano

Milano 9 Novembre – Da una parte il Comune di Milano guidato da Beppe Sala, eletto con i voti di Pd e arancioni. Dall’ altra parte proprio gli arancioni di Sel, principali sponsor dell’ ex primo cittadino Giuliano Pisapia e confluiti (con qualche mal di pancia) nello schieramento che ha sostenuto Mr Expo. Alleati alle urne, nemici in un contenzioso amministrativo che riguarda i manifesti elettorali abusivi delle elezioni comunali 2011.

Tutto ruota intorno ai poster di Sinistra Ecologia e libertà Milano: il partito oggi va verso la liquidazione, ma cinque anni fa lavorava pancia a terra per far eleggere l’ avvocato arancione contro Letizia Moratti. Per farlo venne piazzata, tra le varie iniziative elettorali, una raffica di manifesti abusivi. Due anni fa il Comune, a guida Pisapia, aveva spedito a Sel due ingiunzioni rispettivamente da 72.718 e 8.240 euro. Il ricorso dei vendoliani al Giudice di Pace parte subito, e nel luglio del 2015 arriva la sentenza con lo sconto: al posto degli 80mila euro chiesti da Palazzo Marino, a Sel il giudice intima di pagarne 8.652.

Al partito, però, non basta: a febbraio di quest’ anno, Sel fa ricorso in appello al Tribunale ordinario di Milano chiedendo di azzerare il conto dei poster illegali: secondo i vendoliani, infatti, i manifesti di propaganda ideologica non sarebbero sanzionabili in quanto sono esenti dal pagamento dell’ imposta di pubblicità. Passata la nuova campagna elettorale, la giunta Sala su proposta del sindaco decide il 28 ottobre di costituirsi in giudizio contro Sel: «Il Comune resiste all’ appello eccependo la tardività dell’ appello principale» si legge nella delibera di giunta di Palazzo Marino, «e formulando altresì appello incidentale chiedendo l’ annullamento della sentenza nella parte in cui ha ridotto l’ importo dovuto». Una partita a scacchi, insomma: Sel chiede di azzerare il debito, il Comune su proposta del sindaco Sala vuole che il partito paghi fino in fondo.

Non è la prima volta che il Comune prova il braccio di ferro contro i partiti e i singoli consiglieri: molti politici non rieletti nel 2011 hanno provato a rivolgersi al Tribunale. Va detto che il conto delle sanzioni 2011, dopo le verifiche degli uffici comunali, era sceso drasticamente da 6 a 2 milioni. Anche l’ ex sindaco Giuliano Pisapia aveva beneficiato del «riconteggio», vedendosi addebitare solo 28mila euro sugli iniziali 424mila: alla base dell’ annullamento di 123 verbali, secondo Palazzo Marino, l’ assenza di una «responsabilità oggettiva». Pisapia ha poi saldato il debito finale: la legge, infatti, vieta ai politici in carica di fare ricorso pena la decadenza dalla carica. A cinque anni di distanza dalla raffica di manifesti abusivi, in ballo sono rimaste però ancora alcune controversie giudiziarie. Compresa quella tra il sindaco in carica e i suoi alleati.

Massimo Costa (Liberoquotidiano)

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