A Milano si indagano i bagarini fantasma

Milano

Milano 9 Novembre – E niente, si sente la sua mancanza. Da quando Lui non è più in politica nell’aria non c’è più lo stesso profumo. E così, di giorno in giorno, dalle parti degli uffici della Bocassini la tristezza si accumula a palate. Assente Berlusconi, su cosa mai si può indagare all’ombra della Madonnina? Massì, per sbarcare il lunario e vedere l’alba possiamo impegnarci. Siamo immaginifici. Diamoci alla caccia ai bagarini fantasma. No, perché al momento il Tribunale di Milano è abbastanza scarico. A parte i problemi storici di sovraffollamento. I ritardi. E tutto il resto. Insomma, possiamo darci alle inchieste fantasiose. Riporta Repubblica:

Il tetto massimo d’acquisto consente di comprare quattro tagliandi a persona. Dai primi riscontri, però, il regolamento sarebbe stato facilmente aggirato, consentendo acquisti di massa per poche persone. Da quanto sta emergendo, l’ipotesi è che siano stati usati profili inesistenti o dati di persone reali, con tanto di estremi bancari, per ottenere il via libera a un acquisto che il cervellone dei siti delle biglietterie online non è riuscito a smascherare. Non più bagarinaggio fuori dagli stadi, come succedeva una volta, ma meccanismi informatici sofisticati, per aggirare divieti, e portarsi a casa molti soldi. Il giro è sicuramente milionario. L’inchiesta vuole anche accertare se dietro a queste vere e proprie truffe, ci siano iniziative singole, o invece un’organizzazione ben strutturata.

Il giornale si riferisce alle vendite online dei biglietti per Springsteen ed i Coldplay. In ogni caso, oltre alla follia di perdere soldi per rincorrere account fittizi che puntano su server stranieri (e di cui non si capisce come possano individuare l’identità), c’è un fenomeno molto più inquietante. Ovvero che si stia indagando perché si ritiene che il pubblico avesse diritto ad un biglietto. No, capiamoci. Non si sta indagando perché la società che ha venduto i biglietti ha subito un danno. Nossignore. Si sta indagando perché sarebbe stato violato il presunto diritto del pubblico ad avere un biglietto. Ancora, ed oggi sempre di più, questa società sta trasformando i capricci, le attese infondate, le aspirazioni più improbabili in diritti garantiti dallo Stato con la forza. Le indagini. E l’assoluta impermeabilità al senso del ridicolo. Non torniamo su casi passati, ma nel presente, oggi, qui, rischiamo che si sprechino mesi, o peggio anni, a rincorrere degli hacker che hanno fatto una semplice e banalissima cosa. Hanno riequilibrato un mercato che lo Stato, mettendo tetti ai prezzi, aveva squilibrato. Allora, davvero, non c’è null’altro che possiamo far fare ai PM?

Luca Rampazzo

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