Tracce di Giotto a Milano: online i suoi affreschi

Cultura e spettacolo

Milano 13 Novembre – Un patrimonio artistico di inestimabile valore storico, finora inaccessibile, diventa visibile. Sia pure attraverso la tecnologia. È quanto consente di fare la prima piattaforma digitale dedicata al ciclo di affreschi trecenteschi, in corso di restauro, della “Grande Sala Dipinta di Giovanni Visconti”, nel Palazzo Arcivescovile di Milano. Scoperti recentemente e attribuibili a pittori lombardi che fecero propria la lezione di Giotto nel suo ultimo passaggio a Milano, i dipinti non sono visibili al pubblico, data la loro collocazione, parte in spazi di servizio degli appartamenti del Vescovo e parte in un sottotetto degli stessi.

La piattaforma digitale Milano-Augmented Identity (navigabile a partire da oggi), che ha ricevuto il sostegno di Fondazione Cariplo e di Intesa Sanpaolo (per la parte relativa al restauro degli affreschi) ed è stata realizzata da City Innovation Lab dell’Alta Scuola Impresa e Società (Altis) dell’Università Cattolica, insieme al dipartimento di Storia, Archeologia e Storia dell’Arte, in collaborazione con lo spin-off del Politecnico di Milano Thingk – è stata presentata ieri a Palazzo Litta, alla presenza di Antonella Ranaldi, soprintendente Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Milano, Filippo Del Corno, assessore alla Cultura del Comune, monsignor Luca Bressan, vicario episcopale per la Cultura e la Carità dell’Arcidiocesi di Milano, Franco Anelli, rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Maria Grazia Mattei, Fondazione Cariplo; Michele Coppola, responsabile Attività Culturali Intesa Sanpaolo.

Il ciclo di dipinti, attribuibile a pittori lombardi che fecero propria la lezione di Giotto nel suo ultimo passaggio a Milano, era emerso già ai primi del Novecento. Gli affreschi sono poi stati riscoperti nelle ultime trasformazioni post belliche. La conoscenza attuale e la riscoperta dell’importanza storico-artistica di questo ciclo è stata casuale quando, nel 2011, un canale di gronda ostruito ha fatto tracimare l’acqua nel muro di mattoni e ha fatto fiorire la superficie a tempera portando alla luce una figura femminile, a fianco di un grande camino. In seguito a questo evento, altre parti degli affreschi sono state riportate alla luce e studiate dalla professoressa Serena Romano dell’Università di Losanna e dal professor Marco Rossi dell’Università Cattolica.

Al di là del grande pregio artistico, la conoscenza di questo ciclo di affreschi contribuisce a riscrivere un pezzo della storia milanese del Trecento in cui Azzone Visconti intendeva fare di Milano una delle più splendide tra le capitali della cultura, in grado di rivaleggiare con la stessa Avignone.

Luca Salvi (Il Giorno)

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