Milano 14 Novembre – Uno degli ultimi sondaggi di Ipsos dice che per il 56% degli italiani la manovra, o Legge di Stabilitàcome si preferisce chiamarla, è soltanto uno spot del governo per tirare la volata al Sì in vista del referendum del 4 dicembre. Mentre solo per il 27% degli intervistati risponderebbe alle esigenze concrete del Paese. Uno spot fatto più di mancette che di slogan: un contentino agli imprenditori con l’abbassamento dell’Ires per conquistarsi l’ok di Confindustria, un regalo ai dipendenti statali sui contratti per non avere i sindacati in guerra e via dicendo.
Poi ci sono gli slogan: quelli scritti nelle slide dei due anni di governo, quelli discussi in ogni trasmissione Tv, quelli proclamati sul palco della Leopolda. Quelli per cui sì è vero, in Italia c’è ancora molto da fare, ma in fondo molto è stato fatto. Quante volte abbiamo sentito il ritornello della speranza di lavoro per giovani e donne? Eppure, spiega bene Linkiesta.it, se è vero che l’occupazione è complessivamente cresciuta – anche se non di molto – è anche vero che quella femminile resta la più bassa d’Europa (meno del 50%) e quella dei più o meno giovani (gli under 50) stagna. Praticamente lavorano di più i sessantenni maschi. Non un indice di grande progressismo, diciamo.
Si è abbassata l’Ires, è vero, non si è aumentata l’Iva, ma la tassazione resta sempre alle stelle, soprattutto per i liberi professionisti e per le aziende che pagano ancora il 50-60% di tasse. E la crescita? Roba da mettersi le mani nei capelli. Mentre il premier si concentra sui decimali da vendere a Juncker e agli amici eurocrati, le previsioni di crescita economica per il 2017 sono allo 0,9%, meno della Grecia che sfoggia un bel 2,7%. E non basta parlare di risparmio con l’abolizione del Cnele la trasformazione del Senato quando la spending review è praticamente al palo.
Infine, il rapporto con l’Europa: Renzi, per conquistarsi il voto degli scontenti, sta tenendo la linea dura: scontri di ogni genere e, last but not least, la sparizione della bandiera Ue dagli sfondi delle conferenze stampa. lo storytelling sta cambiando, bisognerà vedere se lo spottone al “new deal” in salsa fiorentina funzionerà.
Federica Venni (L’Intraprendente)
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