Milano 20 Novembre – Non c’è limite alle vicissitudini che debbono affrontare molti esasperati inquilini delle case popolari milanesi. Un episodio limite, accaduto ad inquilini di uno stabile gestito da MM, è raccontato da “Il Giorno”:
“Due settimane col diluvio in casa: questa la storia di Dario Premoli, dipendente della Siemens oggi in pensione, che abita da oltre trent’anni con la moglie in un appartamento di uno stabile popolare ora in gestione a Metropolitana Milanese. Ci troviamo al numero 120 di via Cilea, a pochi passi dalla motorizzazione civile, dodicesimo piano. La disavventura del signor Premoli comincia il 4 novembre, quando una macchia di umido compare sul soffitto e in breve tempo diventa una vera e propria pioggia, che scende anche attraverso il lampadario.
«Subito abbiamo avvisato il centralino di Metropolitana Milanese, che ci ha garantito di intervenire nel minor tempo possibile, intanto abbiamo fatto smontare il lampadario e abbiamo iniziato a svuotare i catini appoggiati sul pavimento più volte al giorno», racconta il malcapitato inquilino, che con tono amareggiato continua la descrizione dell’odissea che ha dovuto vivere. «Nessuno si è fatto vivo nei giorni successivi – prosegue Premoli –, abbiamo dovuto contattare prima i vigili del fuoco poi la polizia, e il colmo è stato quando al commissariato Bonola ci hanno suggerito di chiamare il Gabibbo anziché MM». Ma la storia di disservizi e di approssimazione che coniugi hanno dovuto vivere purtroppo non si è limitata al loro appartamento: infatti, prima di sparire nel nulla, MM ha inviato sul posto alcuni tecnici che hanno chiuso il riscaldamento agli inquilini del piano di sopra, e nonostante bastassero un paio di giorni per capire che non era quella la causa del guasto, i vicini di casa sono rimasti al freddo fino a tre giorni fa, quando finalmente qualcuno è arrivato a riattivare l’impianto. Inoltre di questi interventi non rimane traccia, visto che le squadre intervenute non hanno rilasciato alcun riferimento per poter essere ricontattate. «Ci stanno facendo rimpiangere l’Aler»: è questa la considerazione del signor Premoli, che vive con 4 bypass e un infarto alle spalle. «Ci sentiamo presi in giro perché nessuno è riuscito a darci spiegazioni e viviamo con addosso il terrore che il soffitto possa crollare da un momento all’altro».
Ulteriore beffa per i due inquilini è giunta dal commissariato di polizia Bonola, dove una volta esposto il caso sono stati liquidati con un laconico: «Chiamate il Gabibbo». Dopo due settimane di sopportazione ed infinite chiamate al call center, davanti a noi il signor Premoli prova ancora una volta a chiedere aggiornamenti, ma l’unica cosa che l’operatore riesce a dire all’utente è di stare calmo, perché con il proprio quadro clinico è meglio che stia tranquillo e in attesa. Alla fine, nella giornata di ieri, i tecnici della municipalizzata si sono finalmente presentati, ma nell’impossibilità di concludere il lavoro hanno abbandonato moglie e marito in casa, al buio, in quanto la perdita aveva raggiunto e reso inutilizzabile anche il secondo lampadario. «Penso andremo a dormire in hotel, perché non ci fidiamo di un lavoro lasciato a metà; è comunque inaccettabile che con un appartamento ai limiti dell’agibilità siamo stati considerati da MM meno di zero, ma anche il consiglio di zona, dopo aver protocollato la lettera che abbiamo inviato al presidente Zambelli, è rimasto sordo alle nostre richieste».
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