Milano 25 Novembre – Una Milano da raccontare con il fascino della ricerca e della scoperta di curiosità e storie poco note. “Il Giorno” annota e seleziona con l’interesse di una testata che ama la città. Ne riportiamo l’articolo “ Forse spesso non ce ne accorgiamo, ma molti palazzi della nostra città sono adornati da meravigliose statue che raccontano non solo la storia degli edifici, ma anche credenze e personaggi di una Milano passata e affascinante. Vi raccontiamo, in tre minuti, di tre chicche da non perdere.
I fauni di via della Guastalla
In via della Guastalla 15, fra San Babila e Missori, si trova uno splendido palazzo adornato da quelle che sono probabilmente le vestigia di un ninfeo seicentesco: in epoca romana, i ninfei erano strutture che incorniciavano fontane e altri luoghi d’acqua con statue, mosaici e piante rigogliose; tornarono di moda fra il XV e il XVIII secolo, abbelliti da cascate e giochi d’acqua. Il prospetto dell’edificio, moderno, è arricchito da un portale manieristico il cui architrave è retto da due fauni. Accanto a loro Adamo ed Eva si coprono le pudenda con due foglie di fico e due bambini cavalcano strane creature. L’abbondanza viene raffigurata da due angioletti che recano fra le braccia delle cornucopie. Iscrizioni latine alludono al tema dell’acqua.
Vade retro, Satana!
In Corso di Porta Romana 3, si trova il Seicentesco palazzo Acerbi che, si diceva, appartenesse addirittura al Diavolo. Questi, per non essere riconosciuto, pare avesse preso delle sembianze umane: quelle di Ludovico Acerbi, marchese di Cisterna, stranamente immune dalla pestilenza che affliggeva la città. Come riportano infatti le cronache dell’epoca, vi girava indisturbato, comparendo come per un sortilegio all’improvviso in vari punti di Milano, con la sua carrozza. Il marchese acquistò il palazzo dal conte Pietro Maria Rossi e lo fece completamente ristrutturare: non badò a spese, data la sua leggendaria ricchezza. Amava il gusto barocco e scelse per l’interno preziosi marmi, stucchi e dorature, mentre la facciata venne decorata da tre grosse maschere diaboliche. Nel palazzo, il marchese organizzava di continuo balli e feste: nessuno dei numerosi invitati, narra la leggenda, si ammalò mai.
Le statue scandalose di Cà di ciapp
In via Buonarroti 48, si trova villa Romeo, un edificio liberty adornato da due bellissime cariatidi callipigie opera di Ernesto Bazzaro. Oggi magari passano inosservate, ma in un passato neanche troppo remoto diedero scandalo. E che scandalo. Correva l’anno 1904 quando l’architetto Giuseppe Sommaruga terminò i lavori del palazzo che gli aveva commissionato Ermenegildo Castiglioni, un ricco ingegnere. L’architetto aveva tentato di portare a Milano lo stile liberty, apprezzatissimo nel resto d’Europa: finestre a oblò, un bugnato rustico, un intonaco liscissimo a contrasto e soprattutto quelle due statue che sembravano offrire ai passanti la vista delle proprie perfette terga. In un attimo, l’edificio fu ribattezzato dai milanesi “cà di ciapp”, e cioè “casa delle chiappe”. Era troppo: l’architetto fu costretto a sostituire le figure con delle innocue decorazioni floreali. Le spostò, quindi, in via Buonarroti, dove si trovano tutt’ora.”
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