Milano 26 Novembre – Venivano da Napoli a Milano appositamente per depredare gli automobilisti di orologi di pregio, preferibilmente Rolex Daytona in oro, ma anche altre marche e modelli costosi. “Puntavano” soprattutto le targhe svizzere, ma non disdegnavano gli italiani. Li adocchiavano nei viali di scorrimento che, dalle tangenziali, portano verso il centro cittadino (specialmente viale Forlanini, viale Corsica e via La Spezia). Poi, con una rigorosa “divisione del lavoro” e l’applicazione pedissequa della stessa tecnica, colpivano. Non solo: godevano di una “base logistica” d’appoggio in un’officina di via Ravenna, zona Corvetto, in cui tenevano custoditi gli scooter che servivano loro per rubare gli orologi, attività in cui risultano “specializzati”, con precedenti specifici.
Ben trentadue i furti accertati ad opera della banda sgominata dalla squadra mobile milanese, per un ammontare complessivo di almeno 600 mila euro. L’indagine è partita con l’arresto in flagranza di quello che era di fatto il “capo”, Ciro Torino detto “il Dollaro”, 46 anni, il 10 febbraio 2014. In quella occasione, la banda aveva rubato un Patek Philippe da circa 20 mila euro ad un 29enne che era a bordo della sua Mercedes Classe A in viale Campania. L’uomo, al momento dell’arresto, non aveva l’orologio: il suo compito era infatti quello di urtare la vettura della vittima, mentre altri complici si occupavano di compiere il furto strappando l’orologio dal polso in un momento successivo, quando la vittima usciva dall’auto per constatare i danni (come nel caso di viale Campania) oppure semplicemente sporgeva il braccio dal finestrino.
Al “Dollaro” gli agenti hanno trovato due cellulari e una ricetrasmittente, con cui era in contatto con i complici durante la preparazione e l’esecuzione dei colpi. Attraverso l’analisi delle telefonate, gli agenti hanno ricostruito gli spostamenti di Ciro Torino e i collegamenti con gli altri membri della banda. E hanno individuato anche la base logistica nell’officina di via Ravenna. Il 24 marzo 2014, la polizia si è appostata tutto il giorno davanti all’officina e ha visto tre uomini arrivare di prima mattina, uscire con gli scooter e infine tornare dopo la chiusura e, aperto il cancello, parcheggiare all’interno gli scooter per poi uscire a bordo di un’auto. Quello stesso giorno, in viale Giovanni da Cermenate e in via Spinola, sono state effettuate due rapine ai danni di automobilisti, e in un caso la vittima ha rimediato anche un pugno in faccia.
Un’intercettazione telefonica del giorno seguente tra il titolare dell’officina e uno degli uomini che il 24 marzo 2014 avevano “prelevato” gli scooter di prima mattina per poi ricollocarli (ad officina chiusa) in serata, dimostra la confidenza e la consapevolezza del meccanico: «Sotto la sella ci sono i soldi», gli dice uno dei malviventi.
Gli arrestati sono in tutto cinque. Oltre a Ciro Torino, di cui si è già detto, sono stati incastrati Alfredo Di Tota (32 anni), Salvatore Romeo (41 anni), Angelo Genovese (33 anni) e il 47enne titolare dell’officina, mentre il padre (che lavora anch’egli nell’officina) non è stato raggiunto da una custodia cautelare, mentre è stato comunque indagato perché il giudice, aderendo alla ricostruzione degli investigatori, ritiene che sia provata la “connivenza” col figlio.
Precisa, come dicevamo, la suddivisione dei compiti. I quattro membri della banda agivano con due scooter ogni volta, dopo essere arrivati appositamente a Milano in treno il lunedì mattina. Individuata la vittima, la seguivano fino in centro, dove il traffico maggiormente congestionato “facilita” questo genere di colpi. Poi il primo scooter (inizialmente condotto da Ciro Torino) urtava lo specchietto retrovisore dell’auto, costringendo l’automobilista a fermarsi e scendere oppure a sporgere il braccio per sistemarlo. A quel punto sopraggiungeva il secondo scooter per strappargli l’orologio dal polso, talvolta minacciandolo o sferrandogli un pugno. (MilanoToday)
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