Milano 2 Dicembre – Ancora 3 giorni e l’Italia si libererà di questo penoso referendun che ha distratto la politica tutta e il governo in particolare da problemi più urgenti come il lavoro, la crescita, l’immigrazione, l’Europa. Un referendum che ha trasformato tutti gli italiani in costituzionalisti che discutono di Cnel e del bicameralismo perfetto.
Alcuni miei amici votano Si solo per un generico cambiamento o una presunta stabilità economica. A studiare la legge si capisce però che è confusionaria e macchinosa. Non potrà cambiare la politica perché, per far quello, serve la legge elettorale. La riforma non avrà portata economica: ammesso che faccia risparmiare 50 milioni, la invereconda campagna di Renzi costerà nuova spesa a debito per 12 miliardi, fra mance, bonus, promesse a De Luca e Maroni, contratti pubblici.
Intendiamoci non si vota sul governo o su Renzi, ma non è certo il fronte del No che ha politicizzato il voto sulla Riforma.
Negli ultimi giorni poi la strategia renziana si è affidata al terrorismo mediatico: se vince il No i mercati massacrano l’Italia. Ma gli investitori cercano un Paese non che approva o meno una riformetta, ma un Paese che sia capace di diminuire realmente il costo del lavoro, di abbattere la pressione fiscale , di semplificare la burocrazia, di dare certezza al diritto. E certezza del diritto non significa, approvare la Riforma. Siamo il secondo paese in Europa per numero di leggi, nonostante il bicameralismo esistente! Il problema è COME fai le leggi, NON QUANTE ne fai! Le nostre sono sempre scritte male, si sovrappongono e vengono reinterpretate dai giudici. Questo genera incertezza.
C’è poi la retorica sull'”ultima occasione”, ” o adesso o mai più'” ” e’ stata approvata con oltre il 57% dei voti”. Basta con la demagogia! La nostra Costituzione è stata cambiata almeno 16 volte negli ultimi anni, quasi sempre con maggioranze parlamentari qualificate. Andava fatto anche stavolta, perché la Costituzione è di tutti e va condivisa. Perché si è voluto approvarla a colpi di maggioranza semplice costringendo così il Paese ad un referendum divisivo e costoso? Perché, se non era possibile trovare una maggioranza qualificata, non si è deciso di eleggere, in occasione delle prossime politiche, una mini assemblea costituente composta da costituzionalisti con il mandato di rifare (completamente) la costituzione in 6 mesi? Perché non lo facciamo ora? Perché sempre uno contro l’altro su una materia che rappresenta il nostro patrimonio comune? .
La riforma. Con il meccanismo del Senato competente su 18 importanti materie (che si intrecciano con quelle della Camera) e la possibilità di avocare a se teoricamente TUTTE le leggi approvate dalla Camera, l’iter legislativo non si semplifica molto. Il meccanismo della elezione dei senatori, scelti dai politici tra i consiglieri regionali, non mi piace per nulla. I consiglieri regionali sono coloro che in questi anni hanno dato peggior prova di sé (oltre il 40% è indagato o rinviato a giudizio). Vorrei, se Renzi lo permette, eleggere io direttamente i miei senatori per fargli fare i senatori e non i dopolavoristi nominati dai politici ! Trovo assurdo abolire le province e poi farle magicamente rinascere attraverso le Aree Metropolitane, traghettando ivi tutti i costi e la burocrazia. Infine, pur volendo cambiare il disastroso titolo V sulle Regioni voluto dal Centrosinistra nel 2001, temo molto cosa succederà in materia sanitaria al Veneto e alla Lombardia che sono, in questo campo, le più virtuose ed efficienti. E non capisco perché quelle a statuto speciale, debbano mantenere inalterate le loro prerogative.
Per essere riformisti non basta una riforma mal fatta! Ed è ridicolo che il PD, partito che governa praticamente tutto il potere in Italia, faccia propaganda con slogan “anticasta”.
Per questo voto NO! CONCLUSIONE. So di non essere trendy e politicamente corretto, ma questo è il mio pensiero. Non mi preoccupano né mi faccio condizionare dai mercati e dalle agenzie di rating che certo ( vedi Brexit e Trump) non si fanno impressionare da slide e annunci non seguiti dai fatti. Buon voto.
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Fabrizio De Pasquale, Consigliere Comunale di Forza Italia
Fabrizio De Pasquale ha 60 anni, è sposato, padre di 2 figli e vive a Milano. Laureato in Scienze Politiche, è stato Capo ufficio stampa di varie aziende e del Ministero dei Beni Culturali. Ha lavorato per RAI ed Expo2015 e per un centro media. E’ stato per 24 anni Consigliere e poi Capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino. Conosce bene Milano ma non smette mai di scoprire i problemi e le eccellenze che la metropoli produce ogni giorno. E’ Direttore e amministratore di Milanopost dal 2014 e crede nel ruolo dell’informazione locale per migliorare la città e i suoi abitanti.