Milano 6 Dicembre – Camminava con passo sicuro, elargiva sorrisi e supponenza, rappresentava l’arroganza gentile di un governo apparentemente invincibile. La regina del Parlamento è caduta e il tonfo è stato doloroso, quasi straziante. Le cronache narrano che nella notte della vittoria del No, due furtive lacrime abbiano intaccato il trucco, come sempre, perfetto, di un viso predisposto al sorriso per quell’altare creato ad hoc da un Renzi che l’adorava, per quel potere che sapeva gestire con sapienza e senza scrupoli, per quell’allure che tanto assomigliava all’onnipotenza. Ma, dopo Renzi, la sconfitta di chi ha costruito l’impianto della riforma, di chi ha sostenuto con arroganza in Italia e all’estero le ragioni del Sì, di chi in modo acritico sembrava in ogni occasione attraversare un Olimpo immaginario, quasi fosse una dea a cui inchinarsi…beh…questa sconfitta è inequivocabilmente totale e inappellabile.
Le cronache (Corriere) dicono che quelle lacrime avrebbero dovuto essere un segreto da custodire nel silenzio di una notte convulsa e tragica per una dea che fino alla fine ha sperato in un sì liberatorio
E non è dato sapere se fossero di rabbia, di incredulità, di amarezza. O, forse, solo la conseguenza di uno choc, di un brusco risveglio che dall’Olimpo l’ha catapultata nella realtà: il popolo ha detto No. Anche a sua Maestà Maria Elena Boschi
Nene
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano