Milano 11 Dicembre – Ciao, un saluto da declinare con affetto o con rabbia o con risentimento o con delusione o con disprezzo. Ciao il saluto di un approccio che apre alla speranza, allo stupore, al cuore di una città. Ciao per dire ti amerò e conquisterò il tuo essere, il tuo fare. Ciao per scandire il senso di un’integrazione che chiunque incontrasse Milano aveva nell’anima. Ed era un ciao di ammirazione, di condivisione, di abbraccio. Milano sapeva squadernare il fascino della sua Bellezza e della sua laboriosità, con l’eleganza dell’ordine e dell’organizzazione, con il rigore delle sue architetture, con la volontà di innovare nel rispetto della sua identità.
Ciao Milano per dire, oggi, con rabbia e rimpianto: ma dove sei? A chi hai venduto i pezzi, i luoghi le atmosfere della tua vita? A chi hai regalato la tua storia, la tua generosità, la tua dignità alimentata da una tradizione forte e identitaria?
Ciao, con il pianto in gola per un’invasione senza precedenti che non sa e non vuole leggerti, capirti, rispettarti. Per quelle periferie che vomitano sofferenza e ingiustizia. Per quel degrado preso a calci dall’indifferenza. Per quella povertà strisciante che non ha voce.
E un Ciao di ribellione urlato contro un’amministrazione autoreferenziale e incapace di ascoltare.
Nene
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano