Sala rinnega se stesso e scarica Renzi: “Milano non è la culla del renzismo”

Milano

Milano 13 Dicembre – Anche smarcarsi da chi perde può diventare un’arte per chi ha la faccia di bronzo di rinnegare parole e intenzioni gridate fino al giorno prima di quel Referendum che ha segnato una sconfitta senza appello di Renzi e del renzismo. C’è chi lo fa con studiata eleganza, vedasi Repubblica e il Corriere, c’è chi lo fa per opportunismo politico e cerca un allineamento che sia produttivo a livello personale, c’è chi senza vergogna nega di essere mai stato contiguo all’ex premier. E’ il caso, quest’ultimo, di Sala che, dopo baci e abbracci, dichiara “Milano non è la culla del renzismo”. Ma tutti ricordano la forte sponsorizzazione renziana alla sua candidatura e quel parlare di un laboratorio a Milano attuativo di un partito della Nazione da esportare a livello nazionale. E le promesse di Sala che più o meno esplicitamente davano come garanzia l’amicizia stretta, anzi strettissima con il governo. Sala spiega “In città ha vinto il sì al referendum perché la gente ha portato il suo malessere o benessere in cabina elettorale. E Milano è una città che sta meglio di tante altre.” Ed è una lettura davvero poco obiettiva del risultato referendario. A Milano ha vinto il sì di misura per la valanga di voti a favore registrati in Zona 1. Ed è noto a tutti da chi è abitata la zona chic della città. Perché le periferie hanno votato con chiarezza il loro malessere e il loro disagio. E se Sala dà una lettura così superficiale del risultato referendario e si ostina a vedere solo una parte della città, renzismo o non renzismo, ci sono poche speranze per il futuro.

Nene

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