Milano 13 Dicembre – Costa poco – soltanto 16 euro di diritti di segreteria – e si fa negli uffici dell’Anagrafe di Milano, senza passare dalla sede del tribunale civile di via San Barnaba. Forse anche per questo, progressivamente, aumentano le coppie milanesi che decidono di lasciarsi non davanti a un giudice, ma davanti all’ufficiale di stato civile, in Comune.
Dall’entrata in vigore della legge – nel dicembre del 2014 – sono oltre 1.500 le coppie che hanno optato per la separazione o il divorzio ‘facile’. Da gennaio a novembre di quest’anno sono 978 gli accordi di divorzio e separazione in Comune: in tutto il 2015 erano stati quasi la metà, 513. Più di 500, invece, sono le coppie che hanno preferito l’altra formula introdotta dalla legge 162/2014, ovvero la negoziazione assistita da avvocati: anche in questo caso non bisogna andare in tribunale per dirsi addio, anche se – ovviamente – i costi sono maggiori, visto che in Comune non è necessario avere accanto a sé un legale. Ed è forse proprio per i costi che questa scelta è in leggero calo: nel 2015 le coppie erano 304, quest’anno (a novembre) 212.
I divorzi a Milano, negli ultimi anni, sono aumentati, a prescindere dalla formula scelta: nel 2015 quelli consensuali sono stati 2.064 (più 1.258 giudiziali, quindi senza accordo tra le parti). L’anno prima c’era stato un boom: rispetto al 2013 il numero dei divorzi era aumentato del 52 per cento, passando da 1.516 a 2.315. Ci sono, poi, le separazioni: anche in questo caso quelle consensuali registrate nel 2015 sono state 2.571. Adesso, con i dati dell’Anagrafe, si può fare un bilancio dei primi due anni delle nuove formule di divorzio: quasi 700 quelli registrati quest’anno senza contare le sole separazioni, tra quelli che sanciscono la fine di un matrimonio civile (381) e in chiesa (315).
La scelta, però, non è per tutti. Perché lo scioglimento davanti all’ufficiale di stato civile è riservato a chi non ha figli minori o con handicap gravi o economicamente non autosufficienti, e soltanto se non ci sono patti di trasferimento di patrimonio (ma è possibile farlo seci sono accordi su assegni di mantenimento). A fronte di quel costo basso ci sono, però, tempi di attesa lunghi per ottenere un appuntamento. La media è di circa sei mesi: a quel punto, se la coppia risponde a tutti i requisiti per questo tipo di scioglimento, c’è una seconda chiamata, dopo almeno un mese, per verificare che non ci siano ripensamenti. Soltanto a quel punto, e dopo aver pagato la tassa, parte la procedura di separazione o di divorzio, a seconda dei casi.
Oriana Liso (Repubblica)
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