Milano 13 Dicembre – Francesca Del Rosso è morta a Milano a 42 anni. Era una nota autrice, blogger, giornalista e scrittrice milanese. Laureata in Filosofia e Antropologia a Milano, lottava da anni contro un tumore. L’ultima recidiva, purtroppo, le è stata fatale.
Era la moglie di Alessandro Milan, giornalista di Radio24. Nella sua esperienza, praticantato in Rai, nel gruppo del Sole24Ore e in Rcs. Giornalista professionista dal 1998, collaborava con Vanity Fair, la Radio Svizzera Italiana, era autrice per un programma di Radio24 e collaborava con un’agenzia letteraria.
Aveva raccontato le cure della sua malatta in un seguitissimo blog e in libro molto venduto, Wondy. Aveva scritto anche, tra gli altri, Breve storia di due amiche per sempre e Mia figlia è una iena, oltre a La vita è un cactus. Si occupava anche di video e ufficio stampa.
Il marito ha scritto un toccante e dolce ricordo su Fb. “Hai sorriso – scrive Alessandro -. Fino all’ultimo secondo, fino a quando la morfina non ti ha stritolata, hai sorriso quando ti dicevo di chiudere gli occhi e tenermi per mano sulle spiagge di Samara, in Costarica; nelle praterie del Kruger a cercare leoni, tra i coralli delle Perenthian a scovare squali, nelle viuzze della Rocinha a scrutare umanità, nelle cascate giamaicane, nei templi induisti di Bali, nei mercatini di Chiang Mai, tra le casette variopinte del Pelourinho di Salvador, tra le pietre millenarie della via Dolorosa a Gerusalemme, insomma in uno qualsiasi degli infiniti luoghi in cui mi hai portato, sempre in cerca di vita e emozioni. Mai una piega storta sul tuo volto. Eppure di motivi ne avresti avuti, eccome. Harry, hai vissuto un tale calvario negli ultimi sei anni… Un calvario vero, nascosto a tutti, celato dietro a uno sguardo luminoso e sbarazzino e a una cazzuta voglia di reagire. Non ricordo neppure quante operazioni hai subito, quante menomazioni fisiche, quante violazioni del corpo. Non so quante medicine tu abbia preso, quante infusioni di chemio, quante pastiglie, quanti buchi nelle vene, quante visite. Non ne hai mai fatto pesare mezza. A me, prima di tutto”.
Lascia due bimbi. “Ti chiedo un ultimo sforzo: da lassù getta sul capo di ognuno di noi una goccia del tuo inesauribile ottimismo. Basterà e avanzerà per capire come si vive sorridendo. Se poi, tu e Rudy, vorrete buttarci giù anche una goccia di mojito, ci terremo pure quella. Alla tua. Alla vostra. Mi vivi dentro. Tuo, Ale”, conclude il marito. (MilanoToday)
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