Milano 24 Dicembre – La schighera ha il colore dell’anima, dell’indeterminatezza, del mistero. La nebbia è l’abito che vogliamo vedere, che vogliamo sognare, che vogliamo ricordare. Nel tempo, nelle occasioni di un’infanzia ricca di magia, nell’attesa di una sorpresa che parlava d’amore, nella nostalgia di quella sera che scaldava il cuore
E’ tornata a Milano con il fascino dell’evanescenza, a nascondere le contraddizioni di una città improvvisamente misteriosa e più uguale, quasi che la democrazia, l’uguaglianza abitassero proprio nell’inconsistenza dei contorni, delle linee sfumate. Quasi che la bellezza di chi non fa vedere fosse nella percezione di un mondo anche da immaginare.
Ecco, per dire che la nebbia è anche l’incertezza eterna di una Giunta senza idee, la suggestione di ideologie avulse dalla realtà, la giustificazione astratta che non sa vedere.
Ecco la nebbia sta perfettamente a Sala e a tutta la sinistra come elemento di indeterminatezza del loro pensare, sempre fumoso, concettuale, dove l’uguaglianza e la democrazia sta nel non voler osservare, nell’immaginare mondi inesistenti, nel credere che l’evanescenza sia un modo per dimenticare problemi e criticità
Ecco non vorrei pensare che la nebbia abbia occupato Palazzo Marino, ma da cittadino qualunque, il dubbio rimane
Nene
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano