Milano 23 Dicembre – Penso al senso del dovere ed alla professionalità con cui i due poliziotti hanno prima fermato e poi affrontato il terrorista della strage di Berlino. Avrebbero potuto girarsi dall’altra parte come fanno tanti politici ed amministratori, invece hanno dimostrato coraggio e determinazione in nome e per conto del nostro Paese.
Purtroppo il senso della responsabilità manca invece al Governo, e agli amministratori locali che predicano accoglienza senza legalità. Non capiscono che l’Italia è oggi un gruviera per i malintenzionati e molti quartieri di Milano stanno diventando delle vere e proprie enclave.
Non solo Sesto San Giovanni e via Padova. Lo ripetiamo ormai da qualche anno. Le Moleenbek Milanesi sono molteplici. A partire da San Siro, soprattutto in quel quadrilatero tra Piazzale Segesta, Piazza Selinunte, Via Morgantini, via Mar Jonio, Via Tracia, via Abbiati, viale Aretusa, Via Gigante.
Basta fare un giro in queste strade e si coglie un vero e proprio “milanistan”: scritte sui muri e nei negozi in arabo, bar e macellerie etniche, scuole frequentate solo da bimbi musulmani (via Paravia). Da dove è cominciata questa concentrazione che non fa bene alla integrazione?
E’ partito tutto dalla occupazione selvaggia di case popolari che le autorità non hanno voluto stroncare. A San Siro, grazie alla protezione “militare” di centri sociali e di bande di spacciatori, è divenuto impossibile sgomberare chi occupa le case popolari senza scontri e guerriglia.
Così lo Stato ha rinunciato in questa area ad applicare le sue leggi e lo si vede ovunque: dai giardinetti occupati a sera inoltrata da donne col velo e bambini, da tappeti di sigarette per terra, da frasi antisemite scritte sui muri, da mezzi pubblici dove nessuno paga, dalle parabole per captare Al Jazeera.
Non vi sono notizie in tsl senso. ma forse proprio qui e più facile avere complicità e sostegno anche per uno come Amri, il terrorista ucciso nella notte di Giovedì a Sesto San Giovanni. Di sicuro qui, a San Siro, si respira una brutta aria. Aria di omertà. Proprio perché non si accenderanno i riflettori e tutti quelli infastiditi dalla luce su via Padova si riverseranno qui. Dove l’anonimato sarà la migliore arma. Per questo serve una politica della normalità, non dell’emergenza. Dell’integrazione, non della tolleranza senza limite. Della legalità, non dell’omertà. A partire dalle case popolari, dove ormai gli Italiani sono specie discriminata e devono difendersi.
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Fabrizio De Pasquale, Consigliere comunale di Forza Italia
Fabrizio De Pasquale ha 60 anni, è sposato, padre di 2 figli e vive a Milano. Laureato in Scienze Politiche, è stato Capo ufficio stampa di varie aziende e del Ministero dei Beni Culturali. Ha lavorato per RAI ed Expo2015 e per un centro media. E’ stato per 24 anni Consigliere e poi Capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino. Conosce bene Milano ma non smette mai di scoprire i problemi e le eccellenze che la metropoli produce ogni giorno. E’ Direttore e amministratore di Milanopost dal 2014 e crede nel ruolo dell’informazione locale per migliorare la città e i suoi abitanti.