Caro Beppe,
Buon Anno! Andata bene la gita fuori porta in Medioriente? Visti i fatti degli ultimi giorni mi sa che non sei riuscito a pacificare la zona, ma Roma non l’hanno costruita in tre giorni. Chissà quanti appalti diretti son serviti. Ops, scusami, so che è un argomento delicato. Vabbeh, si diceva, ben tornato. Al tuo rientro hai trovato una circolare del compagno Minniti che chiede ai poliziotti di rastrellare i compagni migranti per rispedirli a casa loro. Tu dici che lui te lo aveva anticipato. Solo che, mi sa, l’avevi presa per una battuta. Come avevi preso per una battuta l’idea di smettere di affidare le caserme a cooperative che hanno tutto l’interesse a far arrivare quanta più gente possibile, per trasformarle, magari, in centri dove la gente viene rispedita indietro. Ammettilo con noi, sei tra amici, ti è venuto un colpo. Pare che qualcuno abbia preso sul serio te ed il tuo compare Majorino. Milano ha troppi profughi, dicevate. Pronti, via, rispediamoli a casa loro. Solo che, per farlo, bisogna riportarli nei CIE. I CIE, contro cui i compagni tanto si sono battuti, per la verità, li ha voluti il compagno Napolitano. Ma non è questa l’essenza della sinistra? Creare problema contro cui poi scagliarsi? Ecco, tu hai dei dubbi su questa istituzione, ed un po’ ti capisco. In primis, Milano un CIE ce l’ha già. Ed è già un appalto in meno da assegnare. Caspiterina. Inoltre è altamente probabile che siano gestiti direttamente dallo Stato. E via un altro appalto. In terzo luogo, beh, è assai probabile che le forniture passino dal Ministero degli Interni. Via altre decine di appalti. È come passare dal Natale dell’accoglienza e dello Sprar alla Quaresima, senza nemmeno vedere Carnevale.
Così tu siedi perplesso a Palazzo Marino, pianificando le prossime vacan… pardon, il prossimo viaggio ufficiale e ti domandi a cosa serva un CIE. Ecco, io sono qua (gratis, ma se vuoi una consulenza ci possiamo mettere d’accordo) per darti qualche dritta. In primis, direi che dobbiamo guardare alle premesse. La prima di queste è che, finalmente, ritorneremo allo stato di diritto, per cui puoi stare qui solo se hai una buona ragione. Sì, lo so, ci abbiamo già provato ed è andata com’è andata. Ma pensaci, compagno Beppe, stavolta è diverso. Per fregar… per dargli la speranza di poter rimanere qui, con il giochino dell’asilo politico, questa gente ha consegnato nomi e cognomi veri, provenienze vere e magari anche prove delle stesse. Le menzogne arrivavano dopo, ma questi elementi erano vitali per essere creduti. E quando hanno mentito, lo hanno fatto in maniera convincente, per cui diventa più facile smascherarli. In ogni caso, non si sono nascosti dietro il silenzio. Quindi il primo problema dei CIE, cioè non sappiamo da dove vengano, si è ridotto assai. Il secondo problema, ovvero le porte girevoli, per cui sta gente poteva andarsene quando voleva lo possiamo gestire facilmente con l’antiterrorismo: no, tu da là esci solo per tornartene a casa tua. Terzo, stavolta l’Europa, pur di non avere un vicino di casa indisciplinato che fa entrare chiunque, magari eviterà di essere troppo fiscale sul come vengono gestiti. Pensaci Beppe, è un’opportunità.
Centro, i Centri Sociali si scateneranno. Ma anche questo, se ci pensi, è una grande passo avanti. Se la prenderanno con Minniti, non con te. Si dimenticheranno, complici l’abuso di droga, l’ideologia e la noia, di Expo. E finalmente potrai marciare con loro contro il tuo partito. Non sarebbe fantastico poter fare qualcosa autenticamente di sinistra?! Pensaci, Beppe. Il compagno Minniti ti fa un grande regalo. Apri le porte di Milano al CIE. Ponti, non muri!!
Hasta la victoria siempre. Ed il rolex pure.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,