La “cultura italiana” e Trump

Attualità

Milano 7 Gennaio – Sputare sul vincitore delle ultime elezioni americane è diventato così chic, così.. per così dire “intelligente” che è diventato segno e distinzione di un mondo “culturale” progressista di cui proprio non si vede la necessità. La solita spocchia antidemocratica, la solita superiorità intellettuale sbandierata a piene mani, con lo snobismo di una sinistra che non si rassegna, che non sa fare autocritica, che dall’Olimpo autoreferenziale in cui ogni volta si colloca, non comprende la realtà. E così dopo il rifiuto di Andrea Bocelli, Elton John, Adam Lambert, John Legend, Celine Dion e tutti i cantanti impegnati della sinistra che hanno declinato l’invito di cantare all’ inaugurazione del mandato di quel parvenu zotico di nome Donald Trump, da ultimo nell’elenco anche i ragazzotti de Il Volo hanno detto No.

Scrive giustamente Tiziana Maiolo, già Parlamentare di Forza Italia “Ripugnante quel che sta succedendo intorno a Donald Trump, nel mondo dei deficienti del politically correct italiano. Bocelli non può andare a cantare se no lo massacrano, Dolce e Gabbana dovrebbero vergognarsi del fatto che Melania abbia “osato” indossare un loro abito. E adesso i tre ragazzotti del Volo che ci fanno la lezioncina contro populismo, razzismo eccetera, la solita litania degli ignoranti. Intanto lui è Presidente degli Stati Uniti, regolarmente eletto da milioni di cittadini e non imposto da un colpo di stato. E voi siete dei poveretti che dovrebbero tornare a scuola. Ammesso che esista ancora qualche scuola in grado di insegnare la differenza tra spirito critico e maleducazione”.

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Nene

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