Milano 12 Gennaio – Altre vicissitudini per gli assegnatari del complesso di case popolari di via degli Appennini, dove sono finalmente entrate 63 delle 196 famiglie in attesa. Ce ne relaziona Marianna Vazzana nel suo articolo su Il Giorno: «Ho accompagnato mia figlia nella nuova casa. Una fatica salire fino al nono piano senza ascensore. Senza contare che non ha ancora il riscaldamento». A parlare è la mamma di una giovane neo-inquilina del complesso popolare di via Appennini, Gallaratese, a pochi passi da via Bolla: sette edifici finalmente consegnati alla città dopo 8 anni di lavori e di inghippi. Case pronte per 196 famiglie (600 persone) che da mesi aspettano di entrare. Ma a quanto pare gli alloggi non hanno ancora tutti i servizi necessari. E al Giorno sono arrivate le prime proteste. Un’altra mamma di 33 anni, che ha appena avuto le chiavi, aspetta di poter mettere piede in un appartamento del settimo piano insieme alla sua bambina di pochi mesi. «Nel mio alloggio il riscaldamento funziona e ho pure l’acqua calda. Ma purtroppo l’ascensore è fuori uso». Per queste persone, moltissime ex sfrattate, che ora si appoggiano a parenti e amici o al residence sociale «Aldo dice 26X1» di via Oglio, al Corvetto, oppure nelle comunità, sembra una storia infinita.
A settembre erano iniziate le pre-assegnazioni, gli alloggi sarebbero dovuti essere consegnati nei primi giorni di dicembre ma tutto è rimasto in stand-by fino alla settimana scorsa: MM (gestore) ha avuto le mani legate finché il Comune (proprietario del complesso) non le ha ceduto formalmente la gestione. I tempi si sono dilungati in attesa delle certificazioni da ottenere, in primis quella di prevenzione incendio. Dalla settimana scorsa sono cominciate le assegnazioni: le chiavi finora sono state consegnate a 63 famiglie. Ma come mai riscaldamento e ascensori sono ko? MM risponde che gli ascensori saranno attivati al termine delle operazioni di trasloco. Il timore è che le cabine possano essere utilizzate per trasportare mobili e altri oggetti pesanti, col rischio di danni, conseguente aggravio di costi a carico del Comune e disservizi per gli inquilini. Quanto al riscaldamento: a tutti gli assegnatari, precisa il gestore, è stato spiegato che dovranno prima attivare l’utenza elettrica.
«Il Gallaratese – precisa il presidente del Municipio 8 Simone Zambelli – è un quartiere servito da teleriscaldamento», per cui è normale dover prima attivare le utenze. «Stiamo seguendo anche noi le famiglie – aggiunge Fabio Galesi, presidente del Consiglio di Municipio 8 – e assicuro che nel palazzo la corrente elettrica c’è. In ogni caso, c’è sempre qualcuno di MM sul posto a disposizione. In alternativa, il centralino è sempre attivo». Bruno Cattoli, segretario di Unione Inquilini, però tuona: «Dopo tutti i ritardi, sembra incredibile che le famiglie non abbiano ancora i servizi, che le questioni non siano state affrontate per tempo e che, una volta in casa, le persone non siano in condizione di abitarci».
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