C’è qualcosa che non funziona nel discorso clochard

Milano

Milano 14 Gennaio – Nei giorni scorsi ci sono stati anche dei morti, in Italia, tra i senza tetto a causa del gelo. La settimana prossima questo bollettino rischia di aumentare, anche a Milano. Ma, soprattutto a Milano, a me, personalmente, i conti non tornano. No, stavolta non attaccherò l’amministrazione, anzi. Innanzitutto voglio prendere in toto per buoni i numeri di Palazzo Marino: 2780 posti per i clochard. Con 320 posti liberi a notte. E l’esigenza di unità mobili in strada per assicurarsi che quelli che restano fuori non muoiano assiderati. Fermiamoci un attimo. 320 posti liberi sono più del 10% e c’è ancora qualcuno fuori? Ovviamente esistono motivi strutturali per cui il “tutto esaurito” è difficile. Milano è grande. Immagino che i senza tetto non siano distribuiti omogeneamente. Inoltre è del tutto possibile che i posti non siano liberi in maniera fissa, ma girino. Quindi può succedere di averne uno libero, ma dall’altra parte della città. Inoltre, suppongo, alcuni vengano scartati per mille motivi. Anche territoriali. I senza tetto sono territoriali per necessità: trovato un buon posto non sono felici di abbandonarlo e cercarne un altro. Ecco, proprio questo motivo io sono perplesso. Qui uno stralcio di un articolo di Repubblica:

Nelle prossime notti saranno 7 le unità mobili che gireranno per i vari quartieri toccando i punti dove si trovano i senzatetto storici e quelli segnalati dai cittadini, nel tentativo di convincerli a lasciare, almeno per qualche notte, il proprio posto per un luogo al riparo dal gelo. Le unità porteranno bevande calde e sacchi a pelo termici in caso non si riuscisse a convincerli a lasciare la strada. Dopo le 24 sarà il 118 a monitorare il territorio accompagnando i senzatetto in stazione Centrale al mezzanino della linea 2 della metropolitana.

Gli operatori saranno anche sulle linee di trasporto pubblico, attive di notte, grazie ai City Angels e a Ronda della Carità. Il controllo continuerà anche durante il giorno. Il Comune ha messo a disposizione 15 strutture in tutta la città, aprendole gradualmente dall’inizio di dicembre secondo la necessità: per questa e per le prossime notti saranno a disposizione fino a 400 nuovi posti letto. Il piano predisposto ne prevede complessivamente 2.780. “Chiediamo ai milanesi di unirsi a noi nell’aiuto a queste persone segnalando chi si trova solo e in luoghi isolati – ha concluso l’assessore -. Grazie a tutti coloro che lavoreranno in queste giornate“.

Non so, a me i numeri, l’azione ed il contesto appaiono abbastanza difficili da comprendere. Se è la territorialità il problema a che servono i 400 posti in più? Se non lo è, e ci sono altri problemi che chi scrive ignora (ed è probabilissimo) perché stiamo aprendo posti letto, che poi rimangono vuoti? Come fare per riempirli? E, soprattutto, cosa chiedono i clochard? Io non ho letto una mezza dichiarazioni negli articoli. Non sarebbe economicamente più vantaggioso sentire loro? Non so, ripeto, la mia netta impressione è che l’intera vicenda sia costruita male. Voi che ne pensate?

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