La priorità del welfare targato Majorino? Una partita di calcio tra migranti al Montello

Milano

Milano 16 Gennaio – “Ghe pensi mi” ha tuonato l’assessore Majorino dopo che una partita di calcio tra migranti nell’ex caserma Montello era stata annullata. Ghe pensi mi con i soldi del Comune, naturalmente e cioè con i soldi di tutti noi. Ma una partita è poca cosa e allora si faccia un bel torneo con tutti i migranti dei vari centri e crepi l’avarizia. E la partita a calcio diventa una priorità, paradigma di un’accoglienza attenta alla socializzazione e ad un sano uso del tempo libero, a quell’inclusione degli ospiti che nell’ideologia di sinistra viene prima delle necessità quotidiane di chi combatte ogni giorno le difficoltà reali della sopravvivenza. Questo il welfare targato Majorino.

Il fatto è raccontato da Liberoquotidiano “Dunque, l’altro ieri era prevista una partita di calcio tra i “Black panther”, che raccoglie i migranti della Montello, e la squadra dell’oratorio di San Gaetano. Il programma prevedeva che la sfida si giocasse nel campo interno della ex caserma, ma la Fondazione Fratelli di San Francesco che gestisce il centro, adducendo «motivi di sicurezza» non voleva aprire i cancelli al pubblico. Una scelta che non è piaciuta al comitato di zona 8 che aveva aderito all’evento a patto che la gente potesse entrare. Così la partita era stata prima spostata all’esterno della struttura e poi definitivamente annullata.” Da qui l’indignazione dell’assessore. Ma, osserva  ancora Libero “Lungi da noi voler sindacare su come gli ospiti del centro spendano il tempo libero. Epperò, il punto è un altro: perché si è deciso di blindare il fortino Montello? Perché lì come in altri posti le istituzioni devono attendere lunghi mesi prima di potervi entrare a controllare? Cosa c’è all’interno dei centri che non può essere mostrato a politici e cittadini?” Domande senza risposta. “Caro Majorino, invece di organizzare un torneo di calcio tra migranti, perché non fa una grande battaglia per la massima trasparenza dei centri, finanziati con soldi pubblici? Ci permettiamo anche di darle un’idea, imponga ai gestori di queste strutture una regola semplice, questa: niente partecipazione ai bandi a quelle cooperative che non s’impegneranno a tenere sempre aperte le porte dei loro centri. Questa sarebbe la vera partita da vincere. Bisognerebbe solo avere voglia di giocarla…”

Olga Molinari

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