L’Area C è la guerra a chi lavora. Lo dicono i dati

Milano

Riporta Repubblica, versione online: “È il record di sempre, perfino più dell’anno d’oro di Expo quando si era registrato il vero grande salto. Nel 2016 il pedaggio Area C ha fatto incassare quasi 30 milioni di introiti, precisamente 29,7 milioni contro i 29,2 del 2015. E, peraltro, inaspettatamente. Perché per Palazzo Marino si tratta di sette milioni in più rispetto ai 23 preventivati a bilancio dall’allora giunta Pisapia, un tesoretto che ora la giunta Sala assicura di reinvestire in mobilità sostenibile. A cinque anni dalla sua nascita, il ticket di ingresso nella Cerchia dei Bastioni conferma l’effetto di riduzione del traffico in centro del 28 per cento, una media ormai consolidata. Un traffico che, stando ai dati, è sempre più occasionale.”.

L’Area C è una follia, e lo denunciamo da anni. Ma dai nuovi dati siamo di fronte ad un’ecatombe e la reazione della sinistra è di ballare sulla tomba della mobilità Milanese. In primis, diminuiscono gli accessi in centro. Ma aumentano le entrate. Perché? Perché chi ci entra, poi non ritorna. In molti hanno scelto il centro di Milano per lavorare, acquistare e fare turismo. Una volta. Poi, dopo essere stati dissanguati, preferiscono scegliere altro. In secondo luogo, i dati sul commercio, sui saldi, e sulla qualità dell’aria non hanno tratto alcun giovamento. Anzi. 2015 e 2016 hanno visto valori di inquinamento decisamente allarmanti. Il perché è ovvio: anche chi non entra in macchina, il mezzo da qualche parte lo deve lasciare. E questo avviene in periferia. Quindi, ricapitolando: quello che si è ottenuto è che i radical chic, cuore a sinistra, portafoglio a destra ed ecologisti regolarmente con le utilitarie altrui (visto che al Suv di certo non rinunciano) hanno chiuso il centro di Milano a chi lavora e produce, si godono una Città Proibita dove gli scarichi non entrano, lasciando che a soffocare siano le periferie. Contemporaneamente, questo non aumenta la qualità media dell’aria ed anzi penalizza quella di chi gli vive attorno, perché ne congestiona il traffico periferico. A questo si devono aggiungere anche i lavori della M4, che sono il classico colpo di grazia al malato terminale. Che poi è la microimpresa artigiana, il negozio non affiliato, quello che rendeva speciale il centro di Milano. In sostanza, Area C è un provvedimento classista, razzista verso chi produce e pensato esclusivamente a vantaggio di un’élite che può permettersi di essere eco responsabile perché non ha altri pensieri, tipo il mutuo da pagare. Se non ne siete convinti, provate a pensare al fatto che dall’anno prossimo pagheranno anche i gpl ed altre categorie di auto pulite. Perché, come detto, la guerra non è allo smog, ma al poveraccio (definizione loro) che vuole a tutti i costi entrare nel loro giardino segreto. Giardino segreto grandicello, visto che è la cerchia dei Bastioni e sul fatto che sia “loro” qualche dubbio dovrebbe sorgere. Ma questi dubbi non toccano Sala, che là stravince le elezioni. Quindi la tattica sarà la solita, tipicamente di sinistra: se funziona tassalo, se funziona ancora tassalo, se non funziona più sovvenzionalo. Questo vale, oggi, per il commercio di prossimità del centro di Milano. Ma domani varrà per qualsiasi cosa ai radical chic non piaccia. E voi, come me, non gli piacete affatto. Ma, essendo noi troppi, potrebbero fare uno strappo alla regola. Per esempio, non ci sovvenzioneranno affatto.

on-stefano-maulluStefano Maullu

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