Milano 28 Gennaio – Quid est Veritas? Cos’è la Verità? Se lo domanda Ponzio Pilato nel Passione, la Passione tratta dal Vangelo secondo Giovanni. Ce lo siamo domandati anche noi per millenni. Poi è arrivato il 68 ed abbiamo deciso che, dopotutto, domandarselo ancora era inutile. Tutto era relativo, quindi la politica doveva occuparsi delle buche nelle strade. Il fatto è che, cinquant’anni dopo, ci siamo accorti che anche chiudere una buca nella strada prevede che si sappia cosa sia la verità. Ieri sera, nel corso di un intervento al convegno “dal Cybercrime al Cyberwarfare” Il Senatore Pianetta ha toccato l’argomento in maniera, secondo l’opinione di chi scrive, estremamente innovativa. La verità è rilevante perché, chi ne detiene il monopolio, controlla anche le coscienze. Pensiamoci: avete presente la campagna contro le bufale su Facebook? Sui social girano menzogne di ogni risma o fatta. Dalle leggi votate da 400 e passa senatori (sono 315+quelli a vita), al sesso regalato agli immigrati fino ai clandestini che girano gratis sui bus. E questo è incontestato. Quello che dobbiamo contestare, duramente, è il prosieguo di questa lotta. Ovvero, è giusto avere un sistema immunitario robusto e reattivo. Ma se i globuli bianchi diventano troppo arroganti, beh, si contrae una malattia autoimmune. E le autoimmuni uccidono. Mentre cacciamo le bufale, resta, ed il Senatore, persona dalla vasta esperienza e dalla profonda intelligenza, lo ha capito, il grande problema di cosa succederà alle opinioni. Perché la Verità, ma le opinioni sono sacre. Il rapporto fra queste due cose rende complessa e profonda la nostra vita.
Esempio pratico: Expo. La Corte dei Conti dice che è costato troppo perché troppo si è fatto ricorso ai lavori d’urgenza senza gara. È un fatto. Essendo un fatto può essere vero o falso. È vero, la Corte ha detto questo, tra le altre cose. Ma. Pur essendo un fatto bisogna essere molto critici su come lo si interpreta. PERCHE’. Perché si è ricorso così tanto ai lavori d’urgenza? Prima opzione: sono dei ladri ed hanno aspettato che non ci fosse altra opzione per sfuggire ai vincoli delle leggi, per antonomasia giuste, perfette e pensate per il bene comune. Quindi questa è la prova regina: l’Expo è stato un magna magna. Questo non è un fatto. È un’opinione. Le opinioni si possono condividere, non condividere o censurare. L’opinione che ho io è che le leggi che abbiamo facciano schifo e che, bloccati da un’inerzia burocratica folle i lavori si siano fermati, e che per rompere questa inerzia si sia usato il tritolo. Facendo dei danni inevitabili, che hanno consentito infiltrazioni di gente che ci ha speculato. La mia è un’opinione. Io credo anche che la censura sia ingiusta. Quindi, ricapitolando: è una bufala dire che la Corte dei Conti accusa Sala. Non lo fa, non lo può fare e non l’ha fatto. È una bufala dire che Expo sia costato quanto avrebbe dovuto o potuto. È un’opinione dire che i ritardi li ha causati qualche ignoto. Un’opinione senza fondamento, probabilmente. Ma resta un’opinione. È un’opinione dire che i ritardi li ha causati quella massa di regole che l’Anac protegge gelosamente. Nessuna delle due andrebbe censurata. Non è un’opinione che Expo sia costato un occhio della testa.
Pure teoria? Ne discuteremo quando il 90% dei vostri amici, che ha Facebook, non potrà più comunicare con voi perché avete postato la cosa sbagliata.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,