Rur: in 5 anni a Milano il mercato case +38%, a Roma +11,5%

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Milano 10 Febbraio – I volumi residenziali scambiati a Milano fra il 1° semestre del 2012 e del 2016 sono cresciuti del 38% a fronte di un +11,5% di quelli capitolini. L’intensità, in termini di compravendite complessive (residenziali e non), per 1.000 residenti, segna un valore di 15,2 a Milano e di 10,3 a Roma. Infine, c’è più edilizia nell’area romana che in quella milanese, visto che nella prima ogni 100 compravendite ci sono 11,7 nuovi permessi per costruire, mentre nella seconda scendono a 9,9. Emerge da Rapporto Rur presentato questa mattina a Milano.

Il rapporto contiene un ranking sui mercati potenziali urbani. Fra i grandi mercati, come è ovvio, si sono affermati innanzitutto Milano e Roma. Le due città maggiori presentano analogie e divergenze assai significative. Ambedue, nel periodo 2012-2016, vedono aumentare popolazione (+8,5% Milano, +9,6% Roma), imprese (+5,1% Milano e +5,7% Roma) e occupati (+4,5% Milano e +5,4% Roma), ma i due apparati produttivi generano un valore aggiunto assai differente. Il reddito pro-capite romano è, infatti, il 74% di quello milanese, e un tale divario si è accresciuto negli ultimi anni.

Successivamente, al terzo posto si colloca Bologna dove fra il 2012 e il 2016 la popolazione è cresciuta del 4,2%, le compravendite residenziali del 48,1% e l’intensità totale per 1.000 abitanti raggiunge il valore di 13, seconda solo a quella di Milano e Pisa (14,7).

Al quarto posto, come mercato di sviluppo potenziale, c’è Firenze (con un +32,8% di compravendite residenziali) seguita da Torino, l’una anche in rapporto al suo ruolo nel turismo e nella cultura globale, l’altra per la scommessa nel riconvertirsi in città della ricerca e delle tecnologie. I mercati potenziali che fanno da outsider vedono come protagoniste città medie ma rilevanti, ciascuna per sue caratteristiche. Parma è capitale internazionale del food, dell’agroalimentare e della filiera gastronomica. Pisa centro della ricerca e dell’alta formazione, Padova è considerata la vera capitale del Nord-Est sia per le funzioni di centro logistico che per quelle direzionali.

Il 41% degli intervistati da Rur ritiene che nei prossimi anni ci siano opportunità di investimento nelle località turistiche, il 40% nelle medie città del Nord, il 34% nelle città metropolitane medie (Torino, Bologna, Firenze), il 32% nelle città con forte valenza culturale e il 17% nelle città portuali.

Il Rapporto, infine, esplora possibili linee strategiche per il real estate italiano sintetizzabili in: riequilibrare con nuove funzioni urbane l’alta incidenza del residenziale sul fatturato immobiliare complessivo, promuovere immobili nuovi (o totalmente ristrutturati) ad alta tecnologia, creare valore anche con l’affitto. Comunque, la domanda residenziale c’è, pur se con redditi bassi ma una ricchezza finanziaria da scongelare. Infine, rottamare le periferie degradate con abbattimenti e ricostruzioni per ricreare un abitare vivibile. Per il corporate market, realizzare nuovi spazi per l’economia globale che integra creatività, marketing, logistica, puntare sull’industria dell’accoglienza e sui medi headquarter. (Adnkronos)

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