Auditorium Testori – Piazza Città di Lombardia 1
Milano 17 Febbraio – In Lombardia le politiche attive per il lavoro si caratterizzano per efficienza e risultati e puntano all’inserimento lavorativo, attraverso la personalizzazione del percorso e una rete integrata di operatori pubblici e privati accreditati (sussidiarieta’), servizi e costi standard. Agli Stati Generali della Formazione Professionale Lombarda, i protagonisti del sistema hanno raccontato come funziona e come potrebbe esportarsi in tutto il Paese.
“Lavorare per imparare”, è il messaggio con il quale ha esordito l’assessore regionale all’Istruzione, Formazione e Lavoro, Valentina Aprea all’apertura dei lavori per presentare il modello Lombardia che punta all’inserimento precoce dei giovani nel mondo del lavoro grazie all’alleanza tra istituzioni formative e imprese.
Presenti anche i sottosegretari Gabriele Toccafondi (ministero dell’Istruzione) e Luigi Bobba (Ministero del Lavoro e delle Politiche); Delia Camapnelli, direttore dell’Ufficio scolastico regionale; Giovanni Brugnoli, vicepresidente Capitale Umano Confindustria e Ilaria Cavo, assessore all’ Istruzione Formazione e Lavoro della Regione Liguria.
Regione Lombardia riesce a garantire ai giovani la possibilità di crescere con un percorso tecnico professionale di pari dignità di quello universitario grazie a una rete integrata di operatori pubblici e privati accreditati, pilastro fondamentale del modello lombardo. Durante la sua formazione, lo studente va a lavorare in imprese, favorendo le condizioni che consentiranno alla ditta di assumerlo al termine del suo ciclo di studi.
“Oggi, – ha sottolineato l’assessore Aprea – con l’approvazione della Legge 30/2015, siamo capaci di assicurare ai giovani l’ingresso nel mondo del lavoro, non trascurando aspetti altrettanto importanti come l’innovazione, la digitalizzazione e l’internazionalizzazione. Si è consolidato – ha continuato l’assessore Aprea – un circolo virtuoso di incrocio fra domanda e offerta che ha portato oltre 13mila studenti a scegliere percorsi IePF (Istruzione e Formazione Professionale) per l’anno scolastico 2017/2018.
Una collaborazione che ha saputo avviare un meccanismo in grado di portato, molto più che in passato, gli enti di formazione lombardi ad avere il proprio focus nella formazione ai mestieri, rispondendo al fabbisogno del mercato del lavoro e quindi alle dinamiche territoriali imprenditoriali ed economiche.
In Lombardia le politiche attive per il lavoro si caratterizzano per efficienza e risultati. Si riesce a garantire ai giovani la possibilità di crescere con un percorso tecnico professionale con pari dignità di quello universitario grazie alla rete integrata di operatori pubblici e privati accreditati, pilastro fondamentale del modello lombardo.
“Ma il dato più significativo – ha sottolineato ancora Valentina Aprea – e in controtendenza rispetto al dato nazionale, è stato l’incremento degli apprendisti che è passato dai 110 del 2013 ai 2.600 del 2016”.
Rafforzata anche l’alternanza scuola/lavoro che si attesta tra il 15 e il 50 per cento del monte ora complessivo del percorso triennale di qualifica. Alla formazione degli apprendisti è destinata una quota complessiva non inferiore al 5 per cento delle risorse complessive.
“Alla fine dello scorso anno scolastico – ha detto Aprea – 21.892 ragazzi hanno completato questi percorsi. In particolare 14.794 si sono qualificati e 7.098 si sono diplomati. Nel 2012/2013 erano 13.724”.
I veri protagonisti della giornata sono stati i tanti giovani apprendisti ai quali in questi anni si sono messe in campo le politiche attive delle Regione Lombardia a favore dell’occupazione che hanno mostrato a livello pratico ciò che hanno imparato in azienda e studiano a scuola.
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