Milano 19 Febbraio – “Extinct in the Wild”, concepito dall’artista americano Michael Wang (1981), riunisce ed espone all’interno di un habitat artificiale varie specie di flora e fauna non più esistenti in natura, ma che sono coltivate o sopravvivono solo in cattività. Indicati con la dicitura ufficiale “extinct in the wild” (estinto in natura), questi organismi dimostrano l’abbandono forzato di alcune specie del mondo naturale per accedere a quello costruito dall’uomo. Nel progetto “Extinct in the Wild” elementi naturali come piante e animali sono inoltre trasferiti in un contesto espositivo e culturale. In un’epoca caratterizzata dalla nozione di estinzione, queste dislocazioni non rappresentano soltanto delle scelte estetiche, ma costituiscono delle vere e proprie strategie di sopravvivenza.
Michael Wang ha concepito per gli spazi della galleria Nord una mostra costituita da tre strutture in vetro e alluminio con luci artificiali per esporre specie estinte in natura e da una selezione di fotografie. Alcune specie, come il ginco (Ginkgo biloba) sono comuni nella coltivazione, altre, come la cicade blu (Encephalartos nubimontanus), sono tra le più rare del pianeta. Alcuni animali sono sopravvissuti in condizioni artificiali per molti anni, come l’axolotl (Ambystoma mexicanum), una salamandra acquatica scoperta nei canali realizzati dagli antichi Aztechi a Città del Messico dopo essere stati prosciugati per lungo tempo. Lo stramonio arboreo (Brugmansia suaveolens) è una pianta erbacea a fiori bianchi scomparsa dalle foreste sudamericane a causa dell’estinzione delle specie animali che ne distribuivano i semi. Tuttavia, il valore religioso della pianta dovuto alle sue proprietà allucinogene ne ha assicurato la sopravvivenza nella coltivazione tradizionale.
Alcune specie, invece, non si sono estinte solo grazie agli eroici sforzi dell’uomo. Ad esempio, la palma della Hawaii (Brighamia insignis), il cui ultimo esemplare in natura è stato registrato nel 2014, è stata salvata dall’estinzione da un gruppo di botanici che ha impollinato le ultime piante esistenti arrampicandosi sulle ripide scogliere oceaniche dell’isola di Kaua’i.
La mostra è completata dall’esposizione di 20 fotografie, realizzate dal 2014 a oggi da Michael Wang, che ritraggono diverse specie di flora e fauna e gli habitat originali in cui vivevano prima della loro estinzione in natura.
Michael Wang è uno dei tre vincitori ex-aequo (con Evelyn Simons e Adnan Yldiz) di “Curate Award”, un concorso internazionale promosso dalla Fondazione Prada e da Qatar Museums. Lanciato nel maggio 2013, “Curate Award” ha come obiettivi la ricerca di nuovi talenti nell’ambito della pratica curatoriale e l’apertura di prospettive inedite nella concezione di eventi espositivi. La giuria internazionale ha selezionato i tre progetti nell’agosto 2014 tra numerose proposte provenienti da 63 nazioni. (Fondazione Prada)
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