Mario Giordano: “No, gli italiani non sono razzisti. Sono stanchi”

Attualità

Milano 19 Febbraio – Proponiamo l’interessante intervista rilasciata da Mario Giordano a Michel Dessì e pubblicata da Il Giornale off.

Incontrare Mario Giordano, direttore del TG4, da lui totalmente rinnovato tanto da aver ripreso smalto, leggerezza e credibilità, non è sicuramente cosa da poco. Il Direttore rappresenta la comunicazione a tutto tondo. Carta stampata, libri, televisione, web… Una carriera in costante mutamento che ha sempre tenuto conto della necessità della gente comune di conoscere la verità. Quella che spesso viene rivestita dell’abito chiassosamente variopinto dell’impressione e del giudizio personale.

Direttore, quanti italiani La contattano quotidianamente sperando di trovare tramite Lei la soluzione ai propri problemi?

“Tanti, tantissimi. E questo è un problema serio: quando la Tv o un giornale diventano l’unica speranza per la risoluzione di un dramma vuol dire che le istituzioni hanno fallito”

Quanto è OFF, oggi, dare voce alla piazza piuttosto che alle tribune abbondantemente popolate di presunti vip televisivi?

“E’ molto off. E proprio per questo mi piace farlo”

C’è stata mai un’occasione nella quale Mario Giordano sia stato OFF? Se sì, quale?

“Mi sento sempre un po’ off. E anche un po’ off limits. Però se essere on significa partecipare alla Leopolda, beh, preferisco essere off”

L’Italia sta cambiando volto, divenendo forzatamente multietnica e, di conseguenza, multi culturale. Come cambia l’informazione quando deve soddisfare così tante esigenze?

“L’informazione è nell’occhio del ciclone di mille trasformazioni: tecnologiche, economiche, strategiche, culturali. Però io credo che la questione del multiculturalismo non riguardi tanto il mondo dell’informazione, ma il mondo in sé.  Cioè la nostra civiltà. E dobbiamo chiederci se anziché di fronte all’integrazione non siamo di fronte a un’invasione, se anziché costruire una società multietnica stiamo distruggendo le nostre radici…”

Scegliere l’Italia e gli Italiani sembra sia diventato sinonimo di razzismo e xenofobia. Il contrario non sarebbe una resa incondizionata all’invasione?

“Oggi si usa l’espressione “razzista” (ma anche xenofobo, demagogo, populista, etc) quanto mai a sproposito. L’Italia non è un Paese razzista, gli italiani non sono razzisti. Si fanno semplicemente alcune domande che io ritengo legittime. Ogni buon padre di famiglia, del resto, prima di invitare a cena sconosciuti, pensa a sfamare i suoi figli, no? E perché invece lo Stato italiano non lo fa?”

E se un giorno una classe politica a maggioranza non italiana riuscisse a cambiare totalmente la Costituzione, dove andrebbero a finire gli ultimi secoli di indipendenza e lotta per la democrazia?

“Credo che quello che ha raccontato Houellebecq in Sottomissione possa trasformarsi in una tragica realtà”

Amare l’Italia sta diventando OFF?

“Se ci pensa lo è sempre stato. Non è un caso che i più ferventi sostenitori del multiculturalismo e dell’integrazione vengono dall’esperienza degli anni Settanta in cui la parola “Patria” era bandita e censurata (insieme a Dio e famiglia, altre due radici della nostra civiltà che stiamo progressivamente distruggendo)”

L’Unione Europea sembra aver deluso i sogni, le aspettative, i progetti di tutti i suoi popoli. C’è chi ne è già uscito, chi lo spera, chi si sta organizzando per farlo. Lei si sente ancora cittadino europeo?

“Non mi sono mai sentito europeo.  Sulla costruzione dell’Europa è stato sbagliato tutto in modo ormai, io ritengo, irrimediabile. L’unica soluzione è tornare indietro”

Il premier e il governo stanno cominciando a prendere le distanze dalla politica europea sull’immigrazione. Si tratta di una manovra politica, prereferendaria, oppure di una presa d’atto del collasso di tutto il sistema d’accoglienza?

“Si cerca di scaricare altrove anche le proprie colpe. Per mesi e mesi a ogni nostra osservazione ci rispondevano: “Ci penserà l’Europa…”. Ma non era difficile immaginare quello che sarebbe successo”

Da pochissimo tempo è iniziata per Lei una nuova avventura editoriale, la collaborazione con Maurizio Belpietro sul neonato quotidiano La Verità. Cos’è la verità e quanto vale?

“La verità è una ricerca quotidiana. Vale la vita”

Conclusioni finali…

“Una conclusione ha senso solo se è un inizio”

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