Milano 24 Febbraio – Prosegue il trend in calo dei negozi e delle attività di impresa in particolare nei centri storici delle città dove scompaiono librerie, negozi di giocattoli e di abbigliamento. Di contro si assiste a una crescita “impetuosa e non governata” del commercio ambulante con un aumento del 36,3% nei centri storici rispetto al 2008. Le perdite più consistenti si sono avute nel Nord-Ovest dell’Italia, mentre al Sud le meno rilevanti. E’ quanto emerge da un’analisi dell’Ufficio studi di Confcommercio da cui si nota un impatto più significativo del ciclo economico nei centri storici rispetto alle periferie.
Inoltre, a scoraggiare la permanenza del negozio nel centro storico è anche l’incremento dell’età media. La stessa densità della popolazione è correlata alla densità commerciale: se il centro storico si spopola si riduce anche il numero dei negozi.
“Non ci sono periferie senza i centri storici – ha commentato il direttore dell’Ufficio studi Mariano Bella – dobbiamo riflettere se in futuro vogliamo una rarefazione commerciale o vogliamo provare a governare questi fenomeni”.
La sopravvivenza del negozio nel centro storico dipende anche dal livello dei canoni d’affitto e, in particolare, dal rapporto tra canoni nel centro e in periferia: ogni 10% di incremento di questo rapporto comporta, a partità di altre condizioni, una riduzione dell’8% dei negozi del centro, 630 chiusure su 3.470 nel periodo 2008-2016 sono spiegate da questo fenomeno (oltre il 18%).
Complessivamente in 40 comuni di medie dimensioni dal 2008 al 2016 c’è stato un calo del 14,9% dei negozi del centro contro un aumento del 36,3% degli ambulanti (fuori dal centro +5,1%). Nelle periferie invece il calo dei negozi è stato del 12,4%.
Nel dettaglio, a chiudere nei centri storici sono soprattutto negozi di libri e giocattoli con una diminuzione del 23,4% e vestiario e tessile -16,4%. Di contro nei centri storici aumentano i negozi di computer e telefonia con un incremento del 13,4%.
La fuga dei negozi dai centri storici e l’aumento degli ambulanti è un fenomeno che ha interessato soprattuto il Sud con un vero e proprio boom: dal 2008 al 2016 il commercio ambulante ha segnato un aumento dell’85,6% nei centri storici.
Complessivamente nei centri storichi in 8 anni tra negozi, bar e ristoranti c’è stato un calo del 3,5% con un picco nel Nord-Ovest (8,5% in meno). Al Sud le perdite sono state meno forti con un calo dello 0,8%. Anche per quanto riguarda gli esercizi commerciali fuori dal centro storico, al Nord-Ovest ci sono state le chiusure più rilevanti (-10,1%) rispetto a un dato totale del -4,2%. (Askanews)
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