Le Porte di Milano e l’incuria: piazzale Principessa Clotilde

Milano

Milano 19 Marzo – Urbanfile aveva già affrontato qualche anno fa il tema della trascuratezza che purtroppo contraddistingue le 13 porte (varchi) delle antiche mura del 1500.  Oggi ribadisce “Porte caratterizzate da una piazza di grandi dimensioni con, in alcuni casi, un arco o un grande monumento. Le 13 porte sono, in senso orario: Porta Tenaglia, Piazza Lega Lombarda; Porta Volta, Piazza Baiamonti; Porta Garibaldi, Piazza XXV Aprile; Porta Nuova, Piazza Principessa Clotilde; Porta Venezia, Piazza Oberdan; Porta Monforte, Piazza del Tricolore; Porta Vittoria, Piazza V Giornate; Porta Romana, Piazza Medaglie d’Oro; Porta Vigentina, Via Ripamonti; Porta Lodovica, Piazzale di Porta Lodovica; Porta Ticinese, Piazza XXIV Maggio; Porta Genova, Piazzale Cantore; Porta Vercellina, Piazzale Baracca. 

Dopo Porta Vittoria e Porta Lodovicaproviamo a ad analizzare Porta Nuova nel piazzale omonimo.

La ormai mitica e famosissima Porta Nuova di Milano. Mai così sulla bocca di tutti come in questi anni, da quando i progetti Porta Nuova e Garibaldi sono stati avviati nel 2007. In dieci anni la fama della porta ha superato persino la più nota e confinante Garibaldi.

Naturalmente la porta, non è quella più antica posta a centinaia di metri in piazza Cavour (anche lì abbiamo più volte criticato l’arredo urbano) ma si tratta dell’arco neoclassico realizzato dello Zanoia (1810-1813) e degli annessi caselli daziari, che sorge al centro di piazzale Principessa Clotilde, allo sbocco di corso di Porta Nuova.

Come si vede, l’arco è un grazioso elemento neoclassico realizzato in arenaria gialla che col tempo si è terribilmente consumato. Qui, sulla strada per la Brianza, vi era ben prima un semplice varco nelle mura spagnole che fu demolito epoca napoleonica, quando si avviò un progetto per convertire le principali porte dei bastioni in una funzione daziaria e ornamentale, visto il superamento della loro funzione militare.

Porta Nuova primi '900
Porta Nuova primi ‘900

L’arco trionfale coi due caselli venne costruito tra il 1810 e il 1813, su progetto dell’architetto Giuseppe Zanoia e si apriva verso il canale della Martesana e la strada che collegava la città con la Brianza. Le ferrovie in seguito priveranno questo varco di un forte flusso di merci e persone. Infatti la “vita” cittadina si spostò verso Porta Garibaldi e Piazza della Stazione Centrale (oggi della Repubblica), due fulcri molto più trafficati a poche centinaia di metri da questa piazza. Messa un po’ in disparte, attese la rivoluzione urbanistica effettuata a partire dal 2007 all’area delle Varesine e di Garibaldi, con una riqualificazione conclusa nel 2013.

La riqualificazione riguardò solo la parte verso viale Monte Santo e Viale Monte Grappa, mentre il lato verso la città rimase com’era stato sistemato forse negli anni Ottanta con l’aiuola centrale e la mezzaluna verso il corso di Porta Nuova.

 binari vecchi che affogano nell’aiuola
binari vecchi che affogano nell’aiuola

Ma cosa si cela sotto l’aiuola centrale? Le rotaie inutilizzate dei tram.

Qui, fino al 1968 passavano i tram in direzione di via Castelfidardo, linea soppressa in quell’anno a quanto pare per il cedimento di una volta della copertura della fossa interna dei navigli, con spostamento delle linee su corso Garibaldi.

Adesso, osservate bene come i vecchi masselli e le rotaie – mai più toccati da almeno sessant’anni – siano ancora perfetti nonostante il grande traffico che quotidianamente vi passa sopra. Non si può dire la stessa cosa dei cubetti di porfido (sampietrini) usati su quasi tutta la superficie della piazza e che in molti punti sono saltati, costringendo il Comune a orribili rattoppi.

angoli dove l’olezzo delle urine è forte
angoli dove l’olezzo di urina è forte

Bene, perché queste benedette rotaie, mai più utilizzate sono ancora presenti, pur essendo molto pericolose? Perché i sampietrini non sono sistemati meglio o addirittura eliminati e magari riutilizzati in aree pedonali?

L’aspetto della porta e della piazza, ad un’osservazione superficiale, appare bello e ordinato, ma come spesso accade ci sono un’infinità di piccole cose che nell’insieme denotano trascuratezza. Oltre alle rotaie dismesse, alle aiuole che le hanno affogate e alle aiuole bisognose di una piccola cura abbiamo riscontrato altre problematiche, come quella del costante bivacco sotto i portichetti dell’arco di gruppetti di ubriaconi che non siamo stati a fotografare per dignità e pozzanghere di urina. Insomma, anche qui basterebbe un po’ più di attenzione e di ordine pubblico.

Per le foto descrittive dell’incuria, si rimanda ad Urbanfile

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