Milano 20 Marzo – Fino ad ora il reddito di cittadinanza, cioè la principale proposta di governo del Movimento Cinque Stelle (forse l’unica visto che delle altre non si vedono tracce precise) è stato contrastato con la sola forza dei numeri. Si è detto che un bilancio dello Stato segnato da uno dei debiti più alti del mondo non si può permettere di spendere le altissime cifre richieste dal finanziamento della proposta del movimento di Beppe Grillo. Un argomento, però, che si presta a un equivoco di fondo. Quello che ingenera la convinzione che se non ci fosse una situazione così disastrata dei conti pubblici, il reddito di cittadinanza andrebbe sicuramente applicato in quanto panacea della povertà assoluta e relativa che affligge parecchi milioni di italiani. Respingere la proposta dei grillini sulla base dei numeri, quindi, significa riconoscere di fatto la validità dell’assistenza ampliata e generalizzata che rappresenta il punto di forza del programma di governo del movimento di Grillo.
Ma l’assistenzialismo ampliato e generalizzato non significa lotta vittoriosa alla povertà, ma solo certezza che la povertà viene stabilizzata, codificata ed estesa perennemente alle fasce più deboli della società con un aggravio insostenibile per quel ceto medio su cui ricadrebbe il maggior peso fiscale del finanziamento del reddito di cittadinanza.
Più assistenza, infatti, significa più tasse. E più tasse in un sistema che già soffre di una pressione fiscale giunta a livelli insostenibili significa la paralisi del Paese, la cristallizzazione della crisi economica e l’impossibilità di poterne mai uscire.
C’è un solo modo di combattere la povertà. E questo modo passa attraverso la lotta alla disoccupazione da realizzare attraverso ogni possibile strumento politico ed economico capace di rilanciare la produzione e far ripartire i consumi.
Naturalmente, le fasce più deboli non vanno abbandonate al proprio destino. Lo Stato, benché indebitato, se ne deve fare carico con tutte le misure di assistenza indirizzate allo scopo. Ma ai grillini, che non sanno ciò che dicono ma lo urlano ad ogni occasione quasi per convincersi della validità inesistente delle loro affermazioni, va spiegato che di assistenzialismo generalizzato si muore.
Non con i numeri si combattono gli ignoranti. Ma con le idee!
Arturo Diaconale (L’Opinione)
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