Milano 21 Marzo – L’ultima classifica internazionale “Qs by Subject” assegna al Politecnico di Milano risultati lusinghieri: terzo posto nella sezione Art & design, sesto posto nella sezione architettura e settimo nella sezione ingegneria. Tuttavia l’ateneo milanese, che ieri ha aperto il suo 154esimo anno accademico, fa notare che la competizione tra università che ambiscono a ruoli-guida in Europa e nel mondo non è ad armi pari perché il sistema di finanziamento delle università italiane presenta un lento, ma inesorabile indebolimento. Per il Politecnico ciò si traduce in una diminuzione di oltre il 17% del finanziamento pubblico per studente negli ultimi sei anni.Una situazione, ha osservato il rettore Ferruccio Resta, che merita di essere rivalutata con estrema attenzione. “Vorrei però che l’inizio del mio mandato coincidesse con un’iniezione di entusiasmo. Il nostro primo obiettivo sono sempre gli studenti: non vogliamo perdere giovani di valore. Il nostro impegno è offrire loro una formazione che li prepari a gestire la complessità e l’interdisciplinarità, mantenendo apertura alle diversità e attenzione all’impegno sociale e all’innovazione”. Per conservare talenti preziosi l’Ateneo investe nel Diritto allo studio: dal 2013 integra con fondi propri le non sufficienti risorse per garantire le borse di studio al 100% degli aventi diritto, perché “non siamo disponibili a perdere talenti”, ha proseguito il rettore. “Non possiamo pensare di trattenere giovani talenti se non investendo nell’inserimento, nella stabilizzazione dei ricercatori e nella ricerca. Nel prossimo triennio aumenteremo il reclutamento di ricercatori del 50% rispetto al naturale turnover e del 40% il sostegno dell’Ateneo a favore dei Dottorati di ricerca per sostenere con forza che si può fare ricerca e innovazione a Milano e in Italia”. Ma una comunità internazionale impegnata in progetti di ricerca all’avanguardia ha bisogno anche di spazi. “Il sogno, che voglio condividere con Comune, Regione, Governo, imprese e Alumni affinché ci supportino, è vedere competere la vivibilità dei nostri Campus di Bovisa e Città Studi con i migliori standard europei – ha concluso il rettore – grazie all’investimento in nuovi laboratori per la ricerca e la didattica, aree verdi e di aggregazione, spazi studio, strutture sportive”. (Askanews)
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