Milano 26 Marzo – Il Palasharp, simbolo di un degrado diffuso, da sette anni aspetta le ruspe. Ed è diventato paradigma di un’incuria che pare non avere fine. Scrive Ilaria Carra su Repubblica “Lo si chiama ancora ex Palasharp, ma da tempo ormai è palaniente. Nel più totale degrado, da sette anni. E al momento senza un progetto concreto da parte della giunta Sala che ne garantisca un futuro diverso dall’oblio. Il tendone dell’ex palazzetto è inagibile e abbandonato dal 2010. Doveva essere abbattuto, ed è ancora lì. Chi vive lì attorno chiede al Comune che, perlomeno, si smantelli e si bonifichi l’area. Poi, si vedrà.
“Così è il simbolo del degrado assoluto, la priorità è disallestire il tendone e smantellare l’area”: lo chiede il Municipio 8, con il suo presidente Simone Zambelli. Un appello che però da anni è rimasto inascoltato. Il luogo oggi è in totale abbandono. Durante la settimana qui ci vengono solo gruppi di musulmani a pregare il venerdì, stendono i tappetini nel tendone provvisorio allestito davanti all’ex tensostruttura. Negli altri giorni, temporaneamente, il Comune ha previsto alcune brandine per far dormire i senzatetto che vogliono ripararsi dal freddo.
Per un periodo un piano c’era: l’area dell’ex Palasharp era stata inserita come terreno possibile per una moschea. Ma poi quella gara è diventata un affare di avvocati, e lo è tuttora. E l’area è sempre lì. Dopo la messa in sicurezza degli ingressi da parte dell’amministrazione un paio di anni fa, non sono più arrivate segnalazioni su persone che dormono nell’ex arena pericolante. Lo spazio è stato derattizzato più volte, anche se in Municipio arrivano ancora segnalazioni di topi che vivono nel giardino selvaggio tutto intorno.
L’ex arena ha cambiato nome più volte. Palatrussardi negli anni ’80, poi il lucicchio della moda ha lasciato il posto, nel 2002, al Palavobis dei 40mila, la folla del movimento per la legalità che s’era data appuntamento proprio qui. Poi è diventato Palatucker, ma per poco, Mazdapalace e infine Palasharp. Ora solo ex.
E i cittadini di Lampugnano restano in attesa che il degrado, fuori e dentro la struttura, venga superato. Tramontato – almeno temporaneamente – il piano di un’ipotetica moschea qui non lontano dal cavalcavia del Ghisallo, l’area è passata sotto la responsabilità del Demanio comunale gestito dall’assessore Roberto Tasca. Ma al momento il dossier non è sulla scrivania di nessuno, di progetti strutturati all’orizzonte non se ne scorgono. I vigili sono intervenuti qualche tempo fa per sgomberare il mercatino abusivo del venerdì, oggi c’è un presidio della polizia locale ogni settimana.”
Milano Post è edito dalla Società Editoriale Nuova Milano Post S.r.l.s , con sede in via Giambellino, 60-20147 Milano.
C.F/P.IVA 9296810964 R.E.A. MI – 2081845